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Primo Piano - page 13

Seggi elettorali, la Campania dice “no” alla misurazione della temperatura

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Attraverso un comunicato (il numero 31) la Regione Campania ha fatto sapere che non si procederà alla misurazione della temperatura nei seggi elettorali in vista delle elezioni del 20 e 21 settembre.

A seguito di un parere del Comitato Tecnico Scientifico – si legge – non viene ritenuto necessario controllare la temperatura degli elettori, fermo restando il pieno vigore di tutte le altre regole di sicurezza volte a limitare il contagio da Covid-19.

La differenza: De Luca ha fatto i fatti ed è stato educato e corretto in campagna elettorale. Caldoro ha finito di deludere

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Stefano Caldoro in questa campagna elettorale ha perso anche lo charme dell’educazione, ha attaccato in modo non politico e ha usato un linguaggio molto scurile. De Luca invece, non lo ha mai preso in considerazione, ha pensato al Covid – 19 in piena campagna elettorale, sempre educato e serio.

Ecco una delle differenze tra De Luca e Caldoro. Ecco il perché 50/60 candidati di centrodestra si sono candidati con De Luca. Ecco perché il centrodestra ha sbagliato a scegliere Caldoro. Ecco uno dei motivi del perché tutti hanno scelto l’uomo De Luca!!!

On. Del Monaco scrive al Premier Conte e al Ministro Franceschini

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L’On. Del Monaco ha scritto una lettera al Premier Giuseppe Conte e al Ministro dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo riguardo la crisi dello spettacolo ed in particolare del Teatro.  Queste le parole dell’esponente del Movimento 5 stelle:

Ill.mo Presidente, Ill.Signor Ministro, mi permetto di scrivere questa lettera perché ho particolarmente a cuore un problema in attesa di risoluzione da troppo tempo ormai, ed è mia intenzione farmene portavoce. L’emergenza sanitaria ci ha costretti a cambiare le abitudini di vita, a rimodulare la nostra quotidianità, il nostro lavoro, il rapporto con gli altri: non è stato facile, ma era necessario, lo è tuttora. L’arresto forzato (e improvviso) di moltissime attività produttive e lavorative ha avuto notevoli ripercussioni economiche su alcuni settori. Ritornare ad una parziale normalità è stato probabilmente il desiderio più grande che gli italiani potessero avere. Da più di un paio di mesi c’è stata la riapertura graduale delle attività, attraverso una serie di misure cautelative da rispettare. Non tutti i settori, però hanno potuto godere di tale “privilegio”. C’è una grossa fetta di lavoratori che aspetta di essere contemplata in maniera opportuna: mi riferisco agli operatori dello spettacolo, a tutti gli addetti ai lavori che permettono da sempre la fruizione della cultura attraverso il Teatro, un settore estremamente eterogeneo, che abbraccia la prosa, il musical, la danza, il cinema, i concerti; un settore molto vasto che non ha sindacato per categoria e dunque non può essere tutelato. Il cinema sembra essere ripartito scongiurando pertanto la crisi che, purtroppo, continua invece a persistere esclusivamente nel teatro e ad avere serie ripercussioni sull’intera macchina che si muove silenziosa alle sue spalle: non solo attori, ma anche (soprattutto) macchinisti, elettricisti, addetti video, fonici, sarte, amministratori, direttori di scena, trasportatori, facchini, fotografi, scenografi, truccatori, costumisti, costruttori, musicisti, registi, assistenti, disegnatori luci, service, direttori di sala, uffici programmazione e marketing, segretari, direttori teatrali, maschere, addetti alle pulizie, manutentori, addetti al botteghino, custodi…e le loro famiglie. È bene sottolineare, sì, che dietro a questo numeroso personale vi sono intere famiglie in difficoltà economiche. Perché il teatro stenta a ripartire? Le condizioni dettate risultano essere davvero troppo limitative: per i posti al chiuso è stata imposta un’importante riduzione del numero di spettatori, arrivando addirittura a parlare di un limite massimo di 200 presenti, compresi gli addetti ai lavori. Tuttora c’è confusione a riguardo. Credo sia più giusto valutare ogni volta in rapporto alla capienza totale del singolo teatro, poiché i grandi teatri, con una capienza estremamente ridotta, non riuscirebbero a contenere i costi di gestione compreso il costo del cartellone; i piccoli teatri, invece, che già hanno difficoltà a sostenersi, avrebbero l’ulteriore ostacolo della limitazione dei posti. Tagliare il pubblico equivale a tagliare lo spettacolo: a tali costi infatti risulta molto difficile programmare un cartellone di un certo spessore culturale, è impensabile. Il Teatro non è un’attività commerciale che, alzando la saracinesca, può quasi nell’immediato ricominciare a guadagnare: la macchina teatrale è fatta di programmazioni concordate, vagliate e stilate dopo mesi, incastri tra le compagnie di giro, disponibilità di attori e tecnici, prenotazioni di alberghi, noleggio mezzi, trasporti. Settembre è il mese dei fermenti, il mese che sancisce l’inizio delle programmazioni, il via del nuovo anno lavorativo, di una nuova stagione teatrale che vive, com’è noto, di circa sei mesi. Questa volta però tutto tace. Da marzo 2020 l’intera macchina è stata bruscamente interrotta, la gran parte dei contratti sospesi, e dunque l’80% delle disoccupazioni previste sono terminate, scadute. Vi sono stati sussidi statali, è vero, bonus che hanno permesso ai lavoratori del settore di percepire un minimo, ma in molti casi l’erogazione dei suddetti sussidi stenta ancora ad arrivare laddove invece per qualcun altro è ferma a maggio/giugno. A tale proposito va anche aggiunto che sarebbe stato più giusto valutare il sussidio in base al reddito, evitando generalizzazioni, poiché non è possibile equiparare il lavoro (e quindi il guadagno) di un professionista del settore alla stregua del reddito di cittadinanza. I lavoratori dello spettacolo, in molti casi, non sono ben definibili e, pertanto, sono spesso genericamente identificati come operai; basti pensare che diversi sono i settori specifici dello spettacolo per i quali non esiste un codice ATECO di riferimento alla Camera di Commercio. Il mio discorso fa riferimento soprattutto ai teatri e alle produzioni private, poiché i teatri pubblici, funzionando come enti statali, hanno risentito solo marginalmente della crisi post Covid, garantendo lo stipendio e la tutela dei diritti ai propri dipendenti anche durante il lockdown. La sanificazione dei locali, la mascherina da indossare, la distanza di un metro da mantenere, la misurazione della temperatura all’ingresso, sono tutte regole che il teatro rispetta per mettere in sicurezza il pubblico e i propri dipendenti, ma è fondamentale rivalutare alcune restrizioni, affinché ci sia di nuovo la possibilità per tutti di tornare a lavoro: un lavoro che regala, è bene ricordare, non solo svago, divertimento, ma anche e soprattutto storia, cultura, tradizione, arte. Valori che fanno grande la nostra bella Italia, ricchezze che il mondo ci invidia ed imita: la gente ha bisogno di ritornare a sognare, emozionarsi, allargare gli orizzonti, soprattutto tornando a frequentare i teatri in sicurezza e senza timore alcuno. A marzo è calato il sipario sul mondo intero, il Teatro ne è lo specchio: troppo silenzio, troppe attese, troppi dubbi e incertezze, troppe persone messe da parte, che non hanno alcuna possibilità di svolgere il proprio lavoro se non in un teatro (non si può certo ovviare con lo smart working o fare spettacoli a porte chiuse); tantomeno possono fare affidamento sulla garanzia di un concreto sussidio qualora i tempi di ripresa risultassero ulteriormente lunghi, come sembra. Credo sia giunto il momento di ridare dignità ai tanti lavoratori dimenticati; di ascoltare la voce di tutti coloro che, silenziosamente, lavorano dietro le quinte permettendo la realizzazione di meravigliosi spettacoli di cui si sente fortissima la mancanza. Chiedo pertanto a Lei, Signor Presidente, e a Lei, Signor Ministro, di intervenire al più presto per porre rimedio a questa incresciosa e stagnante condizione, affinché il Teatro possa ripartire concretamente nel modo più giusto. Ringraziando della cortese attenzione e augurando un buon lavoro, porgo distinti saluti”.

Spadafora: “Fondi fino a 140mln per impiantistica sportiva”

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Il Ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, è intervenuto a Torre del Greco durante un’iniziativa pubblica. Ecco le parole riportate dall’ANSA: “Come ministero abbiamo in corso un bando sull’impiantistica sportiva: un’occasione importante per adire a fondi fino a 140 milioni di euro. La scadenza per presentare domanda è fissata al 30 Settembre ma stiamo lavorando per concedere una proroga. Possono portare progetti Comuni, società sportive ma anche istituzioni religiose: unica necessità, prevedere all’interno del progetto esecutivo la forte partecipazione delle fasce deboli, per permettere il coinvolgimento di tutti. Rispetto al precedente analogo bando di due anni e mezzo fa, i soldi a disposizione sono raddoppiati. Fondamentale sarà dare risposte rapide una volta terminati i tempi per la consegna dei progetti“.

Francesco Antonio Ricciardi

Salvini: “I 49 milioni? Spesi in manifesti elettorali”

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Non ci sono più. Sono stati spesi in campagne elettorali: in manifesti, affitti di sede, corrente elettrica, pagamento dei dipendenti“, durante un’intervista a Di Martedì, Matteo Salvini, segretario della Lega, ha così risposto ad una domanda di Giovanni Floris sui famosi 49 milioni che mancano dalle casse dello Stato dal 2012, anno in cui l’ex tesoriere Francesco Belsito e l’ex capo del partito Umberto Bossi sono stati indagati con le accuse di truffa ai danni dello Stato e riciclaggio per la gestione dei rimborsi elettorali.

Li stanno cercando ovunque, ma quei soldi non ci sono“, specifica Salvini, “li hanno cercati in Russia, in Svizzera, in Lussemburgo, ma non hanno mai trovato niente. Perché non abbiamo nascosto soldi da nessuna parte“.

Ma la vicenda continua ad essere fumosa, soprattutto perché quei soldi non sarebbero dovuti andare alla Lega, che aveva falsificato i bilanci dal 2010 al 2012 e quindi non doveva avere diritto ai rimborsi elettorali.

I giudici facciano le ricerche che devono fare“, ha concluso poi Salvini sulla questione.

Davide Paolino

Matteo Renzi oggi a Caserta: conferenza alle 13.30

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Il Leader di Italia Viva, Matteo Renzi, sarà quest’oggi a Caserta – precisamente ad Aversa- dove terrà una conferenza stampa assieme a Nicola Caputo e ad altri coordinatori provinciali per parlare delle prossime elezioni. L’evento sarà ospitato dal “Dodici” di Aversa alle ore 13.30.

Coronavirus, in arrivo il test super-veloce in dodici minuti

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Nel campo della ricerca alla lotta al coronavirus, c’è sempre qualche novità che ogni giorno arriva dai laboratori e istituti che stanno lavorando per debellare il virus in maniera definitiva. Dai test sui vaccini che vengono effettuati in tutto il mondo, ai test effettivi per constatare se una persona è positiva o meno. Questi controlli, ovviamente, servono per cercare di mettere nel più breve tempo possibile i contagiati in quarantena o curarli, nel caso non fossero asintomatici.

E, oggi, la notizia è dell’invenzione di un nuovo test, facile da trasportare e di semplice utilizzo, che prevede di effettuare il test di positività al Covid-19 in soli dodici minuti. Il procedimento è sempre tramite tampone nasofaringeo e, in caso di infezione, la nuova strumentazione denominata Afias, riuscirà a rivelare la presenza dell’antigene evidenziando anche la carica vitale del virus.

La stessa strumentazione può essere utilizzata per l’indagine sierologica, per misurare quindi la quantità di anticorpi presenti nel sangue del paziente.

Davide Paolino

Università, il Ministro dell’Istruzione apre tutti gli atenei da Lunedì”

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Alcune lezioni in presenza sono già riprese in alcune università, la maggior parte inizierà lunedì prossimo“, sono queste le parole del Ministro dell’Università Gaetano Manfredi, “Ovviamente le aule potranno essere occupate solo al cinquanta per cento e ci sarà ancora l’utilizzo della didattica a distanza per assicurare le lezioni ai fuorisede, agli stranieri o a chi non è in grado di poter seguire le lezioni dal vivo” con particolare interesse per i disabili.

L’uso della mascherina sarà obbligatorio per tutte le lezioni, “sarà un fastidio, ma i numeri nelle aule sono importanti”, garantisce il Ministro che assicura: “tutte le classi sono cablate per garantire un servizio di qualità“.

Covid. La Sardegna obbliga ai test all’ingresso, il governo impugna l’ordinanza

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Roma – Dopo solo un giorno dall’entrata in vigore dell’ordinanza della Ragione Sardegna, che prevede test obbligatori per tutti i passeggeri in entrata che non hanno una certificazione di negatività al Covid-19, il governo ha subito depositato l’atto di impugnazione tramite l’Avvocatura dello Stato.

Il motivo del ricorso è sul mancato rispetto dell’articolo 16 sulla libera circolazione delle persone e ora toccherà al Tar della Sardegna decidere se sospendere subito l’ordinanza che, nelle prime ore di efficacia, ha provocato il caos negli scali sardi sia ai passeggeri che agli addetti al settore.

Davide Paolino

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