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Consigliere leghista offende Liliana Segre

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Fabio Meroni, ex deputato e consigliere di Lissone prende di mira sui social la senatrice a vita: “Mancava lei… la 75190”

Da mesi bersaglio di attacchi da parte dei movimenti no vax e dei no green pass, la senatrice a vita Liliana Segrè, questa volta, è stata pesantemente offesa da un consigliere comunale della Lega.
Fabio Meroni, già consigliere provinciale ed ex deputato, ora capogruppo della Lega di Matteo Salvini a Lissone ha pubblicato sui social un post infelice sulla stessa senatrice.

“Mancava lei… la 75190”

Liliana Segre fu deportata ad Auschwitz a 13 anni e marchiato con quel numero dai nazisti sul braccio. Il post del consigliere leghista non è passato inosservato ed ha attirato intorno a sé diverse denunce da parte del centrosinistra.

Il consigliere ha prima giustificato il suo post al Giorno:

“Non mi è piaciuta l’uscita della senatrice Segre sui vaccini come unica via di uscita dalla pandemia. Rispetto la sua storia e non ho mai avuto intenzione di offenderla, ma non condivido quello che ha detto su questo argomento. Non è un medico. Anche nel mondo scientifico c’è disaccordo. Ho usato quel numero perché se avessi scritto il nome della senatrice mi avrebbero bannato da Facebook, ho voluto evitarlo. Non sono vaccinato e sto facendo i tamponi per accedere a consiglio e commissioni, ma è una questione di libertà. Mettessero l’obbligo vaccinale farei l’iniezione come l’ho fatta al militare”.


Successivamente, con un post su Facebook, ha ritrattato e ha chiesto scusa per le sue dichiarazioni:


“In questo clima d’odio purtroppo anch’io mi sono lasciato coinvolgere e in modo totalmente sbagliato ho cercato di esprimere il mio pensiero”, ammette. “Voglio chiedere scusa alla senatrice Segre, che non intendevo in nessun modo offendere e se un giorno avrò l’onore di poterle parlare spiegherò personalmente il mio pensiero”, scrive sulla sua pagina Facebook Meroni. “Ribadisco la mia stima nei suoi confronti. Lascio ad altri, odiatori da tastiera, sfogarsi contro di me”,

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