TEANO – Nuovi atti e documenti sono stati acquisiti nei giorni scorsi al Comune di Teano, dai carabinieri della tenenza di Aversa che conducono le indagini sul consigliere regionale Giovanni Zannini, accusato di corruzione e concussione dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere.
I pubblici ministeri Giacomo Urbano e Gerardina Cozzolino del tribunale sammaritano hanno inviato nuovamente i militari nel Comune guidato da Giovanni Scoglio; amministrazione che avrebbe affidato più di un appalto all’amico fraterno di Zannini, ovvero all’imprenditore Alfredo Campoli, anch’egli indagato nell’ambito della medesima inchiesta, compare di nozze del politico mondragonese e fruitore, stando all’impianto accusatorio dei due pm, di numerose gare bandite proprio dal Comune sidicino. Zannini, in pratica, avrebbe fatto in modo, con metodi non propriamente regolari, che tali affidamenti andassero a Campoli che, in cambio, avrebbe poi elargito regalie ai due figli del politico.
Assistito dall’avvocato Angelo Raucci, Zannini in 35 pagine di memorie difensive ha scritto le sue verità sugli episodi contestatigli dalla Procura sammaritana. Tre, per la precisione: il primo, relativo alle pressioni sull’ex direttore sanitario dell’Asl di Caserta, Enzo Iodice, che avrebbe costituito per Zannini un ostacolo al suo “spadroneggiare” in quegli uffici (Iodice fu poi costretto a dimettersi dall’incarico). Di qui l’ipotesi della concussione.
Gli altri due episodi finiti al vaglio dei pm riguardano, invece, i “regali” che Zannini e la sua famiglia avrebbero avuto dagli imprenditori Paolo e Luigi Griffo e, appunto, dal suo amico Campoli perché, nel primo caso, il politico mondragonese avrebbe favorito i Griffo affinché riuscissero ad ottenere un finanziamento di circa 10 milioni di euro da Invitalia per la realizzazione di un impianto per la produzione di mozzarella e, nel secondo, perché, attraverso alcune sue “pedine” nel consiglio comunale di Teano, avrebbe fatto affidare lavori e appalti alle società di Campoli. Favori e regali che configurano il reato di corruzione. (In foto Giovanni Zannini e Alfredo Campoli)
