ACERRA – Continuano le verifiche sulla doppia versione fornita dal papà della piccola Giulia, la bimba di appena 9 mesi sbranata dal pitbull di famiglia mentre dormiva la sera di sabato 15 febbraio e morta poi poco dopo alla clinica Villa dei Fiori di Acerra.
Il 25enne, che si trovava in casa quando è avvenuta l’aggressione, risulta ufficialmente indagato per omicidio colposo ed ora sarebbe anche risultato positivo alla cannabis. Si tratta solo del primo test, che non chiarisce tempi e luoghi di quando la sostanza sarebbe stata assunta e che dovrà essere successivamente confermato da ulteriori accertamenti tossicologici.
Sul corpo della piccolina è stato disposto l’esame autoptico, in vista del quale la procura di Nola ha iscritto il genitore nel registro degli indagati per la mancata vigilanza sull’animale.
Mentre l’appartamento, al primo piano di uno dei palazzi del rione Ice Snei, è stato subito posto sotto sequestro, gli inquirenti devono fare i conti con la testimonianza di un padre che apre la strada a molte domande.
Sono diversi i punti da chiarire in merito alla tragedia: il giovane padre, in un primo momento, aveva riferito alla polizia di essere stato aggredito assieme alla figlia da un randagio, versione poi cambiata davanti ai poliziotti del commissariato locale e in cui l’uomo aveva sostenuto di aver trovato la piccola nel letto in una pozza di sangue dopo essere stata sbranata dal loro pitbull.
Il 25enne ha sostenuto di non aver sentito né il cane, né le urla della bambina addentata al volto ed alla testa dal cane, che poi si è scoperto essere privo di microchip. Di qui il test tossicologico, risultato positivo.
La piccola Giulia non si trovava nella sua culla, al chiuso in una stanza: stando alle parole del padre, si trovava a letto con lui, addormentato, e solo dopo il suo risveglio il giovane si sarebbe accorto della tragedia avvenuta accanto mentre dormiva.