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Notix - page 51

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Coronavirus, Marche: il vice presidente del Consiglio Regionale in auto-isolamento

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Volontariamente ed in via precauzionale, il vice presidente del Consiglio regionale delle Marche Renato Claudio Minardi ha deciso di auto-isolarsi nella sua abitazione di Fano dopo aver appreso la notizia di una persona risultata positiva al tampone del coronavirus con cui ha avuto, martedì 3 marzo, un contatto seppur minimo. “Ho segnalato il caso e ho seguito per prevenzione e correttezza verso gli altri, sin da subito, le indicazioni previste dalle misure adottate dal Ministero della Salute e dalla Regione Marche” spiega in una nota. “Sto bene e non presento alcun sintomo – sottolinea – ma è assolutamente necessario seguire regole semplici di prevenzione per contenere la diffusione del contagio, al fine di tutelare la salute di ognuno”. “Coloro che sono stati in contatto con me negli ultimi giorni non dovranno sottoporsi ad alcuna misura precauzionale – conclude -. Lo dovrebbero fare volontariamente anche le altre persone che si trovano nella mia stessa situazione”.

Milano, al via la bonifica del Palazzo di Giustizia: chiuso per due giorni dopo casi di magistrati positivi

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Sono iniziate le operazioni per la maxi bonifica e disinfezione dei 160mila metri quadrati del Palazzo di Giustizia di Milano, decise dalla Prefettura dopo che alcuni magistrati sono risultati positivi al Coronavirus. Un maxi intervento di sanificazione di aule, corridoi, uffici, cancellerie che andrà avanti anche domani. Il Palazzo è ‘off limits’, chiuso per due giorni a pubblico e lavoratori, e le squadre di tecnici hanno iniziato i lavori dal primo piano e andranno a salire fino al settimo. Nei prossimi giorni le stesse operazioni si estenderanno anche i nuovi uffici giudiziari di via Pace, dove da qualche anno sono state trasferite sezioni del Tribunale e della Corte d’Appello. Intanto, pm, gip e dipendenti amministrativi di turno in questo fine settimana sono stati collocati in una palazzina, sede di polizia giudiziaria, non distante dal Palazzo di Giustizia.

Coronavirus, la Giustizia si ferma fino al 31 maggio. I contagiati salgono a quota 3.916, 197 le persone decedute

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La giustizia si ferma per il coronavirus fino al 31 maggio. Uno stop di due mesi e mezzo, il più lungo deciso finora dal Governo. A mettere il sigillo è il decreto del ministro Alfonso Bonafede, che si sta definendo a Palazzo Chigi e che impone restrizioni a tribunali e procure in tutt’Italia. Sono 3.916 i malati per coronavirus in Italia, con un incremento di 620 persone in più rispetto a giovedì e 197 i morti, 49 in più. Il nuovo dato è stato fornito dal commissario Angelo Borrelli nel corso della conferenza stampa alla Protezione Civile di ieri sera. Dai dati della Protezione Civile emerge che sono 2.008 i malati in Lombardia, 816 in Emilia Romagna, 454 in Veneto, 139 in Piemonte, 155 nelle Marche, 57 in Campania, 24 in Liguria, 78 in Toscana, 50 nel Lazio, 28 in Friuli Venezia Giulia, 22 in Sicilia, 15 in Puglia, 9 in Abruzzo, 10 in Trentino, 12 in Molise, 16 in Umbria, 4 in provincia di Bolzano, 4 in Calabria, 5 in Sardegna, 3 in Basilicata, e 7 in Valle d’Aosta. Le vittime sono 135 in Lombardia (37 in più di ieri), 37 in Emilia Romagna (+7), 12 in Veneto (+2), 4 nelle Marche, 4 in Piemonte (+2) 3 in Liguria e uno in Lazio e Puglia. Complessivamente sono finora 4.636 i contagiati totali dal coronavirus, comprese le vittime e le persone guarite. Quanto ai tamponi, ne sono stati eseguiti 36.359, dei quali oltre quasi 30mila in Lombardia, Emilia Romagna e Veneto. Intanto, si apprende che un poliziotto della scorta di Matteo Salvini risulta positivo al Coronavirus. Si tratta di un uomo della scorta della seconda auto, quella che accompagna la vettura del leader della Lega ed ex ministro degli Interni. Le stesse fonti precisano che Salvini si trova in ottime condizioni e che potrebbe sottoporsi al tampone qualora le autorita´ sanitarie lo richiedessero. 

Coronavirus, sale il numero di casi positivi: contagiati anche prefetto e questore di Bergamo. Bene hanno fatto le atlete della Volalto a rinunciare alla trasferta

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Coronavirus, sale il numero di casi positivi nel Bresciano: rispetto a ieri, si registrano 74 nuovi casi di contagio, per un totale di 247 pazienti. Diciotto il numero dei decessi, tra città e provincia, dall’inizio dell’emergenza ad oggi. Circa la metà dei contagiati presenta sintomi lievi e viene curata direttamente a domicilio. Un altro 40% è ricoverato nei vari ospedali di città e provincia, soprattutto a Civile e Poliambulanza, mentre il 10% è grave e necessita del ricovero in terapia intensiva.

La situazione va evolvendosi di ora in ora e i dati, nel momento stesso in cui sono diffusi, sono già in parte superati, ma la fotografia resta ugualmente utile per dare un’idea del fenomeno e della sua concentrazione geografica.

Tra i casi positivi anche quelli del prefetto e del questore, rispettivamente Elisabetta Margiacchi e Maurizio Auriemma.

Una situazione da non sottovalutare affatto, come spiegato anche dagli esperti, che ha spinto le atlete della Volalto 2.0 Caserta, squadra di Volley Femminile che milita in A1, a rinunciare alla trasferta a Brescia proprio per evitare possibili casi di nuovi contagi.

Volalto, l’infettivologo Coppola: “Comprensibile la preoccupazione delle atlete”

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Cominciamo con il dire che è più che comprensibile la preoccupazione delle atlete. Ciò premesso, la scienza ci dice che io ho un contatto stretto in due casi: o quando stringo la mano, oppure quando rimango per più di 15 minuti nel raggio di un metro dall’altra persona. E’ assai improbabile che, in campo, un’atleta rimanga distante 15 minuti da un’altra atleta”. Lo ha dichiarato il professor Nicola Coppola, Ordinario di Malattie Infettive all’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”

Volalto, il parroco Don Valentino Picazio dalla parte delle atlete

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Come mai si fanno variazioni tra le diverse discipline sportive, quando tutta Italia è attraversata dal coronavirus? Anche il Capo dello Stato, Mattarella, ha detto di essere attenti e prendere misure rigide. Anche se questo causerà difficoltà alla popolazione. In questo momento mi sembra opportuno che non si giochino queste partite. Sono vicinissimo alla squadra della Volalto. La salute pubblica viene prima degli interessi sportivi, economici e pubblicitari”. Lo ha dichiarato Don Valentino Picazio, parroco delle comunita di Casola e Pozzovetere

Volley femminile, l’onorevole Rostan: “Quello delle giocatrici della Volalto è un gesto di responsabilità. Spostare i campionati di un paio di settimane non credo infici alcuna regolarità degli stessi”

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A fronte delle misure di prevenzione adottate dal Consiglio dei Ministri perché secondo Lei si è deciso di far disputare lo stesso il campionato di Volley Femminile, A1, anche se a porte chiuse nelle zone rosse? Non è un controsenso?

In un momento di estrema difficoltà come questo, con scenari mutevoli che cambiano di ora in ora, riterrei indispensabile usare la massima prudenza per la tutela della salute di tutti i cittadini, atleti compresi. La riduzione dei contatti per contenere al massimo le possibilità di contagio è un l’unica misura efficace per sconfiggere il coronavirus. In quest’ottica io ritengo che sarebbe stato meglio sospendere tutte le manifestazioni sportive in attesa del passaggio del “picco” di contagi. Ne avrebbe guadagnato in primis la salute degli sportivi e in secondo luogo lo spettacolo che lo sport ci offre con gli spalti gremiti. Giocare a porte chiuse significa perdere la bellezza, il messaggio positivo e le emozioni che il volley sa regalarci”.

Le atlete devono sostenere delle trasferte, a bordo di aerei o treni, anche alla volta delle zone cosiddette “rosse”, dove si registrano focolai di coronavirus. Non si corrono rischi, secondo Lei?

Le misure di prevenzione da adottare sono chiare. A partire dal rispetto delle distanze di sicurezza tra persone e dal suggerimento di evitare, se non assolutamente indispensabile, gli spostamenti con treni, aerei, bus e ogni mezzo che renda difficoltoso il rispetto di tale distanza. Cosa peraltro che risulta difficile osservare anche in campo, specie sotto rete o negli spogliatoi. Non credo ci siano rischi imminenti ma se l’idea di base è quella di limitare i contatti se non indispensabili, proseguirei nel rispetto di questa tesi. Spostare i campionati di un paio di settimane non credo infici alcuna regolarità degli stessi”.

Le atlete, che dormiranno anche in alberghi posizionati nelle cosiddette zone “rosse”, pur in assenza di sintomi evidenti, al loro rientro dovrebbero essere poi sottoposte al test, secondo normativa, affollando ancor di più le strutture ospedaliere e aumentando il rischio di contagio?

Recarsi nelle zone rosse del contagio andrebbe evitato sempre. Almeno fino a quando non riusciamo ad avere un quadro più preciso su tempi e modi di diffusione del virus. Perciò ribadisco che, in questo caso, sarebbe stato meglio rinviare in attesa del picco epidemico.

Hanno fatto bene le atlete ed il Club della Volalto ad indirizzare una lettera alla Lega nella quale chiedono di rinviare le gare nella zona rossa per rischio elevato di contagio?

Il Presidente Sergio Mattarella ha giustamente fatto un appello alla nazione invitando tutti alla responsabilità in questo momento così difficile per il Paese. Credo che la nota sottoscritta dalle giocatrici del team casertano sia un atto che va in questa direzione. Non è con l’ansia e la paura che sconfiggeremo il coronavirus ma con la responsabilità”.

Coronavirus, primo positivo in Vaticano: sospesi tutti i servizi ambulatoriali

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Questa mattina sono stati temporaneamente sospesi tutti i servizi ambulatoriali della Direzione Sanità e Igiene dello Stato della Città del Vaticano per poter sanificare gli ambienti a seguito di una positività al Covid-19 riscontrata ieri in un paziente. Rimane però in funzione il presidio di Pronto Soccorso. La Direzione Sanità e Igiene sta provvedendo ad informare le competenti autorità italiane e nel frattempo sono stati avviati i protocolli sanitari previsti”. Lo riferisce il direttore della sala stampa vaticana Matteo Bruni.

“Commenti negativi sulla foto…”, le precisazioni della Imoco Volley Srl

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Dallo studio legale Moretti e Bortoluzzi riceviamo e pubblichiamo:

Oggetto: articolo “Commenti negativi sulla foto del Conegliano. La verità è che atlete e staff hanno paura ma le società impongono di proseguire” pubblicato il 5 marzo 2020 nel sito internet Notix.it.

Scrivo la presente in nome e per conto della Imoco Volley S.r.l. Società Sportiva Dilettantistica, con sede in San Vendemiano, via Longhena, numero 1.

Mi riferisco all’articolo pubblicato oggi sul sito Notix.it – Quotidiano Nazionale Online, avente ad oggetto “Commenti negativi sulla foto del Conegliano. La verità è che atlete e staff hanno paura ma le società impongono di proseguire” e riferibile genericamente alla Redazione del medesimo sito, non riportando la firma di alcun giornalista.

In tale articolo, il cui titolo già muove pesantissime accuse alla società da me rappresentata, la Vostra redazione ha pubblicato una foto della squadra femminile Imoco Volley e dello staff tecnico, scattata ieri all’esito della partita di Champions League tenutasi a Stoccarda, e che ritrae giocatrici e staff intenti a riparare con la mano la bocca.

Con tale posa, l’intenzione della squadra e dello staff era quella di rassicurare il pubblico, circa la necessità di adottare quelle misure di prevenzione per evitare la diffusione del contagio da coronavirus che tutti noi in questo periodo siamo chiamati ad adottare. Il tutto, però, anche cercando di smorzare gli allarmismi e le preoccupazioni che, in questi giorni, purtroppo, accompagnano il vivere quotidiano di larga parte della nostra popolazione.

Né la squadra né lo staff tecnico hanno mai inteso palesare con tale scatto le asserite paure o i presunti costringimenti di cui invece l’estensore dell’articolo è andato parlando. E in tal senso è stata da più parti correttamente commentata ed interpretata la citata immagine.

Di contro, la Vostra redazione, strumentalizzando l’immagine rappresentata nello scatto di cui sopra, ha invece operato una unilaterale quanto arbitraria interpretazione della stessa, sollevando inaccettabili insinuazioni e pesantissime accuse che ledono gravemente e pesantemente il prestigio e l’immagine della società da me rappresentata.

L’aver affermato che le atlete sono “vittime di un sistema vergognoso” e che “le società obbligano le atlete” a giocare “senza alcuna tutela”, così come l’aver insinuato che “dietro” la squadra ci sarebbero “società di gioco con 1200 dipendenti” che attualmente risulterebbero “in crisi” e che rischierebbero il “default” se la squadra si ferma, sono affermazioni che non corrispondono al vero, né al reale sentire della squadra, e che gettano gravissimo discredito sulla mia Cliente.

Con la presente, pertanto, ferme e riservate tutte le iniziative a tutela dei diritti ed interessi della mia Assistita, Vi invito e diffido a rimuovere immediatamente l’articolo di cui sopra, provvedendo anche alla pubblicazione di un articolo a rettifica avente medesimo, che chiaramente specifichi che quanto contenuto nell’articolo oggi pubblicato non è il frutto delle dichiarazioni delle atlete o dello staff ma esclusivamente una arbitraria interpretazione di un Vostro redattore non accompagnata da un’adeguata verifica dei fatti e da un diretto riscontro della reale posizione dei soggetti interessati.

Avvocato Paola Moretti

Volley Femminile, l’appello dell’onorevole Paolo Russo (FI): “Fermiamo tutto per i prossimi 15 giorni, ne riparleremo quando avremo le idee più chiare. Avere un’atleta contagiata di coronavirus credo non giova all’immagine dello sport”

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Scuole e Atenei chiusi, sospesi i viaggi d’istruzione o le iniziative di gemellaggio, limitazioni per gli accessi alle strutture sanitarie ed ospedaliere, sospesi meeting, congressi, riunioni, eventi sociali ed altre manifestazioni di qualsiasi natura che comportano affollamento di persone tale da non consentire il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro. Queste sono solo alcune delle misure adottate nel Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri recante “misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica”. A fronte dell’adozione di queste misure, onorevole Russo (Paolo, ndr, esponente di Forza Italia), perché secondo Lei si è deciso di far disputare lo stesso il campionato di Volley Femminile, A1, anche se a porte chiuse? Non è un controsenso?

Assolutamente sì, è un controsenso. Per quanto concerne le attività sportive sarebbe stato utile ridurre al minimo i rischi che corrono anche gli atleti. Avrei piuttosto utilizzato un criterio più restrittivo. Per essere più espliciti: il principio di prudenza e di precauzione che è stato adottato per le scuole (chiusura fino al 15 marzo, ndr) lo avrei utilizzato come metro anche per le attività sportive. E’ a tutti evidente che, giocando a porte chiuse, si perde un pezzo di spettacolarità e quale migliore occasione per rinviare il tutto a quando le condizioni consentiranno a tutti di essere più sereni”.

Le atlete devono sostenere delle trasferte, a bordo di aerei o treni, anche alla volta delle zone cosiddette “rosse”, dove si registrano focolai di coronavirus. Non si corrono rischi, secondo Lei? Glielo chiedo anche nella sua qualità di medico

Sul piano del principio, i rischi sono relativamente bassi. Ma mi domando: perché correrli? A maggior ragione se si tiene conto di un dato: ovvero che i vettori (aerei e treni, ndr) rappresentano un naturale focolaio di spandimento di virus. La verità è che siamo di fronte ad una prudenza straordinaria sul fronte delle scuole e ad un lassismo e ad un’assenza di prudenza nei confronti degli atleti, specialmente nel settore del volley femminile. Credo che non giovi a nessuno, nemmeno all’immagine dello sport, avere un atleta contagiato di coronavirus”.

Pur giocando a porte chiuse, come si fa a garantire la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro, allorquando le atlete in campo devono fare muro? E poi anche negli spogliatoi le atlete hanno contatto tra di loro, come si fa a garantire la loro sicurezza?

Se viene suggerito a palestre e piscine di fermare le attività, proprio in ragione dei contatti, mi domando: perché non adottare lo stesso metro di misura per tutte le discipline sportive? In campo, sul taraflex, il contatto c’è: c’è nei muri, c’è nelle schiacciate. Ho la sensazione che si voglia correre – e far correre – un rischio inutile”

Le atlete, che dormiranno anche in alberghi posizionati nelle cosiddette zone “rosse”, pur in assenza di sintomi evidenti, al loro rientro dovrebbero essere poi sottoposte al test, secondo normativa, affollando ancor di più le strutture ospedaliere e aumentando il rischio di contagio

Stiamo provando a mettere in campo norme che rendano la vita sociale frenata ma, al tempo stesso, semplice. Mi pare, questa, un’inutile complicazione. Noto un accanimento nel pretendere che si giochi. E mi domando: ma a vantaggio di chi?, o di che cosa? Se chiudiamo le scuole che sono un servizio essenziale, con evidenti disagi alle famiglie, e se poniamo in essere una serie di sforzi orientati ad evitare il minimo rischio, perché non viene rinviata un’attività rinviabile”.

Perché non fermare il campionato e attendere che il picco epidemico sia superato?

Una domanda, la Sua, che ha in sé la risposta. Io suggerirei prudenza. Molta prudenza, la stessa prudenza che è stata adottata in altri settori. Suggerirei anche a questo campionato di utilizzare i prossimi 15 giorni come una sorta di riflessione. Verifichiamo cosa accade e poi avremo tutti le idee più chiare sul da farsi. Inutile esporre atleti, atlete e staff tecnici a rischi”.

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