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Notix - page 21

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Giustizia, via libera del Senato al maxi-emendamento: il testo, ora, passa all’esame della Camera

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Il Senato ha approvato con 154 voti a favore, 129 contrari e 2 astenuti la fiducia al maxi-emendamento, interamente sostitutivo, del decreto sulla riforma delle intercettazioni, le disposizioni sulle scarcerazioni per emergenza Covid-19 e i processi, e le norme sulla App Immuni per il tracciamento dei contagi da coronavirus. Il provvedimento passa ora all’esame della Camera.

Inchiesta Tpl, indagato il governatore della Toscana Rossi: turbativa d’asta l’accusa contestata

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Il governatore toscano Enrico Rossi è indagato a Firenze. Sarebbe turbativa d’asta, l’accusa contestata dalla Procura di Firenze nell’ambito dell’inchiesta per la gara regionale per il trasporto pubblico locale, un bando da 4 miliardi per 11 anni vinto da Autolinee toscane spa, (del gruppo francese Ratp). Il reato sarebbe contestato in relazione a un’intervista rilasciata da Rossi nel novembre del 2015, nella quale commentava l’aggiudicazione ad Autolinee nonostante la gara non fosse ancora terminata. Accuse “infamanti e ridicole. Aspetto il momento giusto per procedere a querelare i calunniatori” scrive Rossi oggi su Fb, facendo riferimento all’esposto “fatto dalla cordata di imprese che ha perso la gara” e che mette “sotto accusa oltre a me, l’intera commissione regionale e i dirigenti del settore mobilità”. Con Rossi sono indagate altre sei persone, due funzionari della Regione e quattro componenti della commissione giudicante. La gara per il trasporto pubblico su gomma è stata vinta da Autolinee Toscane (gruppo francese Ratp), battuta Mobit, consorzio di imprese toscane. Con Rossi 7 gli indagati. Le accuse ipotizzate a vario titolo falso, abuso di ufficio, turbativa d’asta, induzione a promettere o dare utilita’. L’avviso di garanzia a Rossi, così la stampa, è stato notificato ieri in vista della consulenza sul materiale sequestrato in Regione e presso At. “A volte, ricevere un avviso di garanzia è segno del fatto che si fanno cose importanti a favore dei cittadini e che si toccano interessi che non vogliono mettersi da parte e accettare gli esiti di gare regolari e trasparenti – scrive Rossi -. Mi era già accaduto per la realizzazione dei quattro nuovi” ospedali”. Ora l’esposto della “cordata di imprese che ha perso la gara” per il Tpl, un “ultimo colpo di coda per bloccare le regolari procedure” dopo aver “strumentalmente usato la giustizia amministrativa perdendo regolarmente tutti i ricorsi”, l’ultimo, ricorda Rossi, pochi giorni fa quando il Consiglio di Stato non ha sospeso l’affidamento della gara, “facendo così ritardare il contratto con l’impresa vincente e quindi la partenza del servizio”. “Per quanto mi riguarda l’accusa è aver rilasciato, il 13 novembre 2015, dichiarazioni sull’esito provvisorio della gara, prima della sua conclusione formale”. Ma chi ha fatto l’esposto “nasconde il fatto che la notizia già da un mese era di pubblico dominio” e riportata dalla stampa; “La seduta della commissione per l’apertura delle buste era stata pubblica, come prevede la legge, e quindi tutti erano a conoscenza del risultato”. Per Rossi “la cosa più vergognosa e triste di questa vicenda è che con la strumentalizzazione della giustizia amministrativa e ora persino di quella penale si è sviluppato un contenzioso che ha ritardato di almeno 4 anni la partenza del nuovo servizio” di Tpl “provocando un danno alle casse regionale di due milioni di euro per ogni mese e impedendo ai cittadini di beneficiare da anni di un trasporto pubblico locale moderno e con autobus nuovi”. “Vergogna in Regione Toscana, il maxi appalto da 4 miliardi assegnato ai francesi (e già questo grida vendetta) finisce sotto inchiesta, indagato anche il governatore di sinistra. I cittadini toscani meritano di meglio!”. Così il leader della Lega Matteo Salvini, commentando, in una nota, l’inchiesta che coinvolge anche il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, indagato a Firenze per la gara regionale per il tpl.

Elezioni, l’annuncio di De Magistris: “Non mi candido a presidente della Regione Campania”

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“Ho deciso di non candidarmi a Presidente della Regione Campania. Una scelta meditata, difficile, nella quale ho messo da parte anche legittime ambizioni personali ed anche una sfida politica molto interessante come quella di andare a guidare la nostra Regione. Ma ho scelto Napoli. Ancora una volta una scelta d’amore, di cuore, di passione, ma anche di razionalità”. Lo annuncia il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris. “Il momento è troppo difficile per lasciare la città nelle mani di un funzionario dello Stato senza la legittimazione democratica delle elezioni. È un momento in cui bisogna ricostruire la città da un punto di vista sociale ed economico, in cui bisogna dare forza ai cittadini, curare le ferite ma anche dare potenza alle energie che solo questa città sa di possedere”, aggiunge de Magistris.

Scuola, al via gli esami di maturità post-covid: 13mila le commissioni in tutta Italia

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Hanno preso il via stamane alle 8.30 gli esami di maturità che riguarderanno circa mezzo milione di studenti. Sarà un esame unico e particolare per le misure di sicurezza previste in seguito dell’emergenza sanitaria ma anche per le modalità di svolgimento che tengono conto della particolarità di questo anno scolastico. I maturandi sosterranno la prova orale che durerà un’ora. Sono 13mila le commissioni, composte da sei membri interni e il presidente. Ogni studente discuterà, in apertura di colloquio, un elaborato sulle discipline di indirizzo, trattando un argomento già concordato nelle scorse settimane con i docenti della classe. Seguirà la discussione di un breve testo studiato durante l’ultimo anno nell’ambito dell’insegnamento di lingua e letteratura italiana. Saranno poi analizzati materiali assegnati dalla commissione. In chiusura, saranno esposte le esperienze svolte nell’ambito dei Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento e accertate le conoscenze relative a “Cittadinanza e Costituzione”.

Santa Maria Capua Vetere, resta altissima la tensione al carcere: sei agenti aggrediti da due detenuti extracomunitari

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Resta altissima la tensione al carcere di Santa Maria Capua Vetere dove, nella notte, sei agenti della Polizia Penitenziaria sono stati aggrediti da due detenuti extracomunitari che, dopo aver dato fuoco alla propria cella – il rogo è stato spento – sono stati portati in infermeria; durante il trasporto, i due reclusi si sono scagliati addosso ai poliziotti mettendo a soqquadro sia la sezione che l’intero corridoio. Tre agenti sono finiti in ospedale per le ferite riportate: uno lamenta un trauma cranico provocato da un colpo di sgabello Sono stati infine denunciati all’autorità giudiziaria, e della vicenda è stato informato il provveditore regionale. “Ci sentiamo abbandonati dalle istituzioni e dalla politica”, dice l’assistente capo della penitenziaria Gaetano Napoleone.

Traffico di auto di lusso rubate tra Italia, Canada e nord Africa: blitz della Polizia di Frontiera

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Almeno una trentina di lussuose vetture rubate a Montreal (Canada), i cui costi si aggiravano tra i 50 e gli oltre 100 mila euro, dopo essere trasferite da Montreal in container via nave, in transito in Italia, venivano trasferite fino in Turchia ed in Libia rispettivamente nei porti di Mersin e Khoms e quindi rivendute a cifre sempre elevate ma convenienti rispetto ai prezzi di mercato. Ad individuare il vasto traffico internazionale di auto rubate sono stati gli investigatori della Polizia giudiziaria della Polizia di Frontiera di Fiumicino, di Salerno e Gioia Tauro in collaborazione con la Polizia canadese. Una prima rotta collegava il Canada con la Turchia mentre una seconda e più consistente passava dallo scalo di Gioia Tauro per finire in Libia. A Gioia sono stati intercettati oltre 100 veicoli. Per il momento sono 30 le auto sequestrate, per un valore di oltre un milione e mezzo di euro.

Stati Generali dell’Economia, “blindata” Villa Pamphilj a Roma: attesi von der Leyen, Sassoli, Lagarde, Gentiloni, Visco ed i vertici Ue

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“Progettiamo il rilancio”. Ecco il ‘titolo’ degli Stati generali dell’economia al via a Villa Pamphili. ‘Cellulari’ e agenti della polizia e della Guardia di Finanza presidiano Villa Pamphilj a Roma, dove da oggi si svolgeranno gli Stati Generali dell’Economia. Tutti gli accessi sono off limits, eccetto quello pedonale in piazza di San Pancrazio, dove entrano persone per fare jogging o per una passeggiata al parco. All’entrata che dà su via Aurelia Antica c’è il cancello aperto che porta alla residenza storica e al quale accedono le auto e le scorte dei vari rappresentanti istituzionali che parteciperanno all’evento. Primo fra tutti, il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. L’area della residenza interna è totalmente presidiata dalle forze dell’ordine e inaccessibile ai pedoni. Sulla strada del perimetro esterno della Villa, la polizia municipale è impegnata, per motivi di sicurezza, nella rimozione di qualche auto che è rimasta parcheggiata. La prima giornata di incontri vedrà ospiti i vertici Ue, il governatore di Bankitalia Ignazio Visco e la presidente della Bce Christine Lagarde. Non parteciperà l’opposizione, che definisce il vertice “una passerella”. Rientra invece la polemica con gli enti locali, invitati per lunedì. Oggi, dopo l’indirizzo di apertura del Presidente Conte, interverranno: il Presidente del Parlamento Europeo, David Sassoli la Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen il Commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni la Presidente della Banca Centrale Europea, Christine Lagarde il Presidente del Consiglio Europeo, Charles Michel. Nel primo pomeriggio gli incontri proseguiranno con gli interventi del Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, del Segretario Generale dell’OCSE, µngel Gurría, e della Direttrice Operativa del Fondo Monetario Internazionale, Kristalina Georgieva. Al termine, il Presidente Conte e gli altri ospiti presenti parteciperanno al Panel “Policy in the Post-Covid world: challenges and opportunities”, che vedrà il contributo di rappresentanti del mondo accademico internazionale.

Caso Regeni, i genitori del ricercatore ucciso: “Siamo stati traditi dal fuoco amico non dall’Egitto”

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“Lo Stato italiano ci ha tradito. Siamo stati traditi dal fuoco amico non dall’Egitto”. Parole dure quelle di Paola e Claudio Regeni, genitori del ricercatore, Giulio, torturato e ucciso in Egitto nel 2016. I Regeni sono intervenuti in merito alla vendita all’Egitto di due fregate italiane approvata ieri dal Governo. “Uno non può aspettarsi di lottare contro il proprio Stato per ottenere giustizia. Lo stato italiano ci ha tradito – hanno aggiunto – il 17 luglio del 2017 quando ha rinviato l’ambasciatore al Cairo e adesso vendendo le armi. Un tradimento per tutti gli italiani, per quelli che credono nella giustizia e nella inviolabilità dei diritti. Non possiamo sentirci certo traditi dall’Egitto per tutto quello che hanno fatto a nostro figlio e dopo quattro anni e mezzo di menzogne e depistaggi”, hanno aggiunto i genitori del ricercatore ucciso. “Non intendiamo più farci prendere in giro dall’Egitto: non basterà inviarci quattro cianfrusaglie, indumenti vari e chiacchiere o carta inutile. Basta atti simbolici, il tempo è scaduto”. “Chiediamo all’Egitto – hanno aggiunto i Regeni – una risposta esaustiva a tutti i punti della rogatoria inviata dalla Procura di Roma nell’aprile del 2019, rimasta priva di risposta. La consegna delle cinque persone indagate dalla magistratura italiana, in modo che possano essere processate in Italia: sono tutti ufficiali degli apparati di sicurezza egiziana. Finché non avremmo ottenuto queste due cose ci sentiremmo traditi”. “Abbiamo visto e vissuto tanta ipocrisia – hanno aggiunto – e la vendita di questa due navi e le armi sono la ciliegina sulla torta. In questi 4 anni e mezzo abbiamo visto tante zone grigie in Egitto e in Italia. Noi abbiamo fiducia nella scorta mediatica, nelle migliaia di persone che ci seguono, nella Procura di Roma, negli investigatori”, hanno aggiunto affermo inoltre di avere “fiducia anche nel presidente della Camera, Roberto Fico, che oggi ci ha chiamati per dirci che sta con noi e per sapere come stiamo”.

Inchiesta Mondo di mezzo, i giudici della Corte di Cassazione: “Non era mafia ma i clan ci sono”

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Nel sistema criminale emerso nel processo Mondo di mezzo, la Cassazione – sostiene in una nota anticipando le motivazioni della sentenza – “senza negare che sul territorio di Roma possano esistere fenomeni criminali mafiosi” rileva che “i risultati probatori hanno portato a negare l’esistenza di una associazione a delinquere di stampo mafioso”. Quel che è stato appurato “è un quadro complessivo di un ‘sistema’ gravemente inquinato, non dalla paura, ma dal mercimonio della pubblica funzione”. “Una parte dell’amministrazione comunale si è di fatto consegnata agli interessi del gruppo criminale che ha trovato un terreno fertile da coltivare”. Lo spiega la Cassazione nella nota che anticipa le motivazioni del verdetto degli ‘ermellini’ che lo scorso ottobre hanno alleggerito la posizione degli imputati del processo ‘Mondo di mezzo’, tra i quali il ras delle cooperative Salvatore Buzzi e l’ex Nar Massimo Carminati, escludendo l’aggravante mafiosa.

Coronavirus, De Luca: “Da lunedì 22 giugno renderemo facoltativo l’uso della mascherina”

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“Credo che da lunedì 22 giugno renderemo facoltativo l’uso della mascherina”. Lo ha annunciato il governatore della Campania, Vincenzo De Luca. “L’uso resterà obbligatorio nei luoghi chiusi, privi di aerazione e dove ci sono assembramenti – ha spiegato – . E’ sempre bene indossarla, è un motivo di ragionevole prudenza, e va sempre portata dietro nel caso all’esterno si creino situazioni di assembramento”.

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