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Vaccini, Magrini (Aifa) sulle possibilità di contagio: “Facile adattarli a nuove varianti”

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Il coronavirus muta di continuo e nuove varianti potrebbero ‘bucare’ i vaccini attualmente utilizzati. “Che possano insorgere varianti è previsto – spiega il direttore dell’Aifa Nicola Magrinima i vaccini basati sulla tecnologia dell’mRna possono essere modificati in pochi mesi per poter rispondere a nuove ondate”

Attualmente si registra un picco di contagi nel Regno Unito che però non preoccupa più di tanto. “Il numero di nuovi casi è molto più elevato che in Italia – prosegue Magrini – ma, in proporzione ai contagi, i morti sono pochi. Ciò significa che la protezione data dai vaccini rimane elevata”. Nel nostro Paese si punta a somministrare entro l’autunno la terza dose a immunodepressi, ultraottantenni e fragili, “importantissima” per loro ed “importante” anche per tutti gli over 60 – aggiunge Magrini. “Se riuscissimo a mettere in sicurezza rapidamente almeno le prime tre categorie tra ottobre e novembre – sottolinea – avremo preservato i più a rischio per il prossimo inverno”. 

Magrini: “Doneremo 15 milioni di dosi di vaccini”

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In Italia, grazie alle doppie dosi di vaccino, siamo più protetti. Però fatichiamo a capire quanto sia diffusa la variante Delta “perché facciamo pochi screening”. Rispetto al Regno Unito “ne facciamo dieci, forse venti volte di meno. La nostra capacità di tracciare su scala nazionale è limitata e probabilmente al di sotto dello standard per poter mappare con precisione. Certo abbiamo visto salire questa variante da un 1% o 2%, fino in doppia cifra”.

Lo ha dichiarato  Nicola Magrini, direttore generale dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa). In Europa e in Italia di vaccini ne “abbiamo più del doppio del nostro stretto fabbisogno e con i nuovi ordini europei, altri 1,8 miliardi di dosi Pfizer (oltre 250 milioni per l’Italia), arriviamo a oltre tre volte. Non è stato un errore. È stato il modo più giusto di affrontare l’emergenza, quando non si conosceva l’efficacia dei diversi vaccini. Ora la situazione è diversa e Mario Draghi ha già detto che doneremo 15 milioni di dosi. Il G7 “si è impegnato a donare un miliardo di dosi, dunque 500 milioni da parte dell’Europa e 60 o 70 milioni da parte dell’Italia. Verosimilmente avverrà nelle prossime settimane”. Per offrire una copertura al Sud del mondo servono almeno quattro-sei miliardi di dosi”.

Stop Johnson&Johnson, per Aifa “Non cambia nulla”

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Lo stop negli Usa del vaccino Johnson & Johnson “non cambia nulla“. “È una pausa necessaria voluta dall’agenzia americana del farmaco Fda per verificare l’origine dei 6 casi di trombosi molto rare e particolari segnalati in Usa su 7 milioni di vaccinati. Il sospetto è che siano simili a quelli osservati in Europa su 35 milioni di vaccinati. Sono episodi talmente infrequenti da essere ai limiti della valutabilità” – queste le affermazioni del direttore dell’Aifa Nicola Magrini

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