Napoli, la Galleria Umberto e l’emergenza senzatetto: “I Clochard saranno dislocati in strutture competenti”

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”È molto semplice scrivere gli articoli con titolo: liberate la Galleria, ma la Galleria Umberto è un mondo con persone che vivono da anni e che meritano rispetto”. Con queste parole apre il suo intervento telefonico ai microfoni della Radiazza di Gianni Simioli, l’Assessore alle Politiche Sociali Luca Trapanese, durante il suo sopralluogo in Galleria. Coordinato,  come  già annunciato nei precedenti giorni,  dall’unità della Polizia Municipale, i servizi ed il settore delle Politiche sociali. 

Abbiamo risposte sulla città che sono concrete, abbiamo 400 posti letto gestiti dalle migliori cooperative  sul territorio, ovviamente sono pochi rispetto alla grave emergenza della povertà del comune di Napoli ma ci stiamo lavorando duramente”.  L’emergenza dei senzatetto del comune di Napoli è una piaga sociale che ha raggiunto, soprattutto durante l’emergenza covid-19, livelli molto alti. Stando alle stime, sono più di duemila i clochard che vagano in cerca di una sistemazione e con storie molto particolari. ‘‘Questa mattina ho ascoltato le storie di molti senzatetto, alcuni raccontano  di trovarsi in Galleria dall’oggi al domani e con gravi difficoltà, altri soggetti rifiutano un intervento e dichiarano  di non voler andare via.  Non si può occupare un bene pubblico, pertanto stiamo valutando varie strategie e nel giro di tre settimane i clochard verranno dislocati in altre strutture’’. 

Telefonicamente è intervenuta anche l’Assessore al Turismo e alle Attività Produttive Teresa Armato, alla quale Simioli rivolge un invito.  ”Rendiamo la Galleria un salotto per gli artisti e i giovani. Ho presentato una proposta che la Giunta ha approvato nell’ultima riunione, una manifestazione di interesse rivolta alle associazioni di categoria e ai distretti commerciali, per iniziare un percorso che possa dare un ‘identità commerciale alla Galleria. Inoltre, condivido il piano strutturato dall’Ass. Trapanese, non dobbiamo dimenticarci delle tante persone che considerano la Galleria la propria dimora”.