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Io sono no mafia: a Catania incontro con gli studenti

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Questa mattina, presso il Teatro Massimo Bellini di Catania, nell’ambito delle iniziative organizzate per il trentennale della Direzione Investigativa Antimafia, si è svolto l’evento #IOSONONOMAFIA per diffondere la cultura della legalità tra gli studenti catanesi delle scuole superiori. 

All’evento ha preso parte Francesco Messina, direttore centrale anticrimine della Polizia di Stato, che rispondendo alle tante domande dei ragazzi presenti, ha sottolineato come i giovani oggi sono chiamati a scegliere di rifiutare o meno una concezione della vita che comprende e accetta l’esistenza della mafia. Ciò presuppone, prima ancora, che le future generazioni di imprenditori, professionisti, rappresentanti delle istituzioni e – più in generale – di cittadini, conoscano cosa è stato e cosa è la mafia, e quali sono i pericoli che incombono sul loro futuro se il fenomeno non viene ripudiato e combattuto.

Le tante domande, giunte da una platea di oltre 1.000 studenti, hanno abbracciato temi diversi: dal rischio di infiltrazioni delle organizzazioni criminali nei fondi europei, fino a chiedersi dove sono stati presi i 500 chili di tritolo utilizzati per la strage di Capaci.

Ad interagire con i ragazzi era presente anche Tina Montinaro, moglie di Antonio, capo scorta del giudice Falcone ucciso nella strage del 23 maggio 1992. A lei i giovani frequentatori hanno domandato se suo marito e gli altri poliziotti della scorta avessero paura nell’affrontare quel delicato lavoro. Tina, che da tanti anni gira l’Italia e le scuole allievi agenti della Polizia di Stato per diffondere i valori della legalità tra le nuove generazioni, ha evidenziato come la paura fosse insita nel lavoro di Antonio ma, nonostante tutto, questo non condizionava il suo servizio fatto di passione e spirito di sacrificio.

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