Il Garante dei detenuti della Campania Ciambriello: “Dopo cinque anni finalmente i lavori per la condotta idrica nel carcere di Santa Maria”

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In riferimento alla realizzazione della condotta idrica del carcere di Santa Maria Capua Vetere, il Garante campano dei detenuti Samuele Ciambriello dichiara ciò che segue.

“Dopo oltre 25 anni questa casa circondariale avrà una rete idrica collegata a quella della città. Si metterà fine a questi gravissimi disagi che la popolazione penitenziaria ha dovuto subire in questi anni. Forse si metterà anche fine ai ritardi accumulati da quando il 5 aprile del 2016 la Regione Campania con delibera regionale n 142 firmò un protocollo d’intesa con il comune di Santa Maria Capua Vetere stanziando un apposito capitolo di bilancio di 2.190.000.00 Euro per l’allacciamento di tale condotta idrica. Dal 31 luglio 2018 ho scritto ripetutamente all’amministrazione comunale di Santa Maria Capua Vetere”.

“Pubblicamente ho denunciato in questi anni tempi lunghi e dannosi per i diversamente liberi, per coloro che a vario titolo entrano nel carcere (Direzione, area educativa, area sanitaria e agenti di polizia penitenziaria, volontari, insegnanti) . Continuo a ricordare che L’approvvigionamento di acqua al carcere è assicurato mediante un impianto di potabilizzazione spesso mal funzionante, che comporta la fuoriuscita di acqua gialla dai rubinetti, con conseguenti dermatiti e altri problemi di salute per i detenuti. Ogni giorno due autobotti portano l’acqua per la mensa dei detenuti e degli agenti, da decenni i detenuti usufruiscono gratuitamente dall’amministrazione penitenziaria di due bottiglie d’acqua minerale al giorno”.

“Sono solo moderatamente contento dell’avvio, considerati i tempi biblici, che la politica negli ultimi 5 anni e purtroppo il ministero della Giustizia per gli altri 20 anni che ha inaugurato un carcere che lede i diritti delle persone diversamente libere. Accanto alla certezza della pena ci deve essere la qualità della pena, alla persona che sbagli deve essere tolto il diritto alla libertà ma non il diritto alla dignità, alla tutela della salute”. Al 31 Marzo 2021 erano presenti nell’Istituto 944 detenuti, di cui 61 donne, a fronte di una capienza regolamentare di 809 unità, dunque con un sovraffollamento di 135 persone.