Il Consigliere Regionale Raffaele Maria Pisacane lascia Centro Democratico ma resta in maggioranza con De Luca. Ecco la lettera al Partito

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“Cari,
desidero scrivervi queste parole per la correttezza che mi ha sempre contraddistinto e perchè sono consapevole che, per la maggior parte di voi, questa lettera si presenterà come un fulmine a ciel sereno.
Vi scrivo oggi per motivare la decisione che domani mi collocherà fuori da questo Partito in Consiglio Regionale, pur essendo questa una scelta particolarmente sofferta, ma evidentemente per me,
quasi obbligata.
Come informati dal prof. Pasquino, in data 15 ottobre si è tenuto a casa sua un incontro dal quale è emersa, senza particolari approfondimenti e senza che per me ciò̀ avesse rappresentato un problema, la scelta di nominare Presidente del nostro gruppo in Consiglio il consigliere Mensorio.
Mercoledì̀ scorso ho ricevuto una telefonata dal segretario regionale, il quale manifesta la volontà di incontrarmi, ancora una volta, con il consigliere Mensorio e mi chiede inoltre di incontrarlo da solo un’oretta prima, per una chiacchierata a titolo personale.
L’indomani, quindi, mi reco da lui come d’accordo e quello che doveva essere un incontro “per familiarizzare”, si apre con un’ingiuria gratuita nei riguardi di mio padre, che raccolgo e metto da parte; difatti mi è stato insegnato che in politica bisogna innanzitutto incassare, per quanto sia
rimasto alquanto basito dalle parole che mi sono state rivolte. Comprendo, fin da subito, che il clima che si è voluto creare ad arte non è di certo dei migliori e si prospetta davvero difficile resistervi.
Ad ogni modo preferisco non soffermarmi oltre su questioni di carattere personale, lasciando a voi l’opportunità di farvi l’idea che meglio riterrete su tale questione.
Dopodiché ci raggiunge il consigliere Mensorio e qui non capisco davvero il motivo dell’incontro: mi viene chiesto semplicemente se io avessi preparato il modulo per la costituzione del gruppo e la sua nomina a capogruppo.
Invero, alcun accenno veniva fatto alla commissione; quindi decido di aprire io stesso -credo legittimamente- l’argomento sostenendo che, essendo ormai noto (dai media) che il Centro Democratico avesse ottenuto una presidenza di commissione, lo scopo dell’incontro fosse quello di
rimodulare i ruoli da assegnare in consiglio. Tuttavia, la mia richiesta non viene accolta assolutamente, anzi viene quasi acquisita con sgomento, come se non fosse del tutto normale parlare di quanto spettasse al nostro partito in seno al Consiglio regionale.
Mi viene semplicemente notificato che il consigliere Mensorio intanto sarebbe stato nominato capogruppo, dopodiché avrebbe ottenuto anche la presidenza di commissione e, solo a quel punto, forse, ci sarebbe stata una riorganizzazione interna.
Resto, a quel punto, piuttosto basito e chiedo se possa esservi una ragionevole condivisione delle nomine, ma si resta fermi sul punto, anzi mi viene anche ribadito che sarebbe dovuta andare proprio in quel modo, sebbene la mia poca ma intensa esperienza mi abbia sempre insegnato l’esatto contrario!
Mi è stato erroneamente comunicato che, se io pure non avessi firmato la nomina a capogruppo, lo sarebbe diventato in automatico il consigliere Mensorio perché risultato il candidato più votato tra i due (attendo ancora di leggere a quale regolamento si stessero rifacendo).
Mi è stato rappresentato che il fatto di non aver accettato l’ingresso del Consigliere Petitto costituisse per me una forma di tutela; anche su questo punto mi riporto al regolamento e faccio notare che solo e soltanto la presenza mia e del consigliere Mensorio fa sì che si possa costituire il
gruppo del Centro Democratico; nessun altro ingresso potrebbe garantire ciò se io o lui fossimo venuti a mancare.
Tralascio i commenti che ne sono derivati durante la discussione in cui ammetto di essermi anche scaldato, ma senza mai mancare di rispetto a nessuno; devo riconoscere l’intesa massima ed escludente tra i miei due interlocutori, in ragione della quale mi sono sentito fuori dalle dinamiche
di questo partito e messo evidentemente con le spalle al muro.
Prima di congedarmi, faccio notare come l’incontro sia partito con una forte mortificazione sul piano personale e sia continuato in tal senso anche sul piano politico e istituzionale.
Dopo l’incontro, chiamo l’on. Sanza, riferendo a lui l’accaduto ed avanzando un’ultima ragionevole richiesta. La giovane età ed il desiderio sincero di adoperarmi, mi hanno indotto a chiedere un riconoscimento politico chiaro al partito che mi potesse valorizzare e mettere in condizione di
lavorare sodo in vista delle imminenti elezioni comunali di Napoli: ho chiesto perciò̀ che venisse assegnata a me la segreteria cittadina di Napoli, chiarendo che, diversamente, non sarei rimasto nel
partito ,essendo venuti a mancare i rapporti di leale cooperazione e la serenità per lavorare a questa dura battaglia politica che ci attende.
Eravamo a giovedì. Oggi è domenica e nessuna risposta è pervenuta al sottoscritto. Sul piano regionale il Centro Democratico avrà, a quanto pare, la sua Presidenza di Commissione e devo registrare che questa nomina sia l’unico ed esclusivo interesse di qualcuno in questa fase di costituzione, dato che, ribadisco, alcun segnale di distensione o interlocuzione sia giunto da parte di nessuno sino ad oggi.
Spero che da queste mie parole possa trasparire quanto la mia scelta sia sofferta ma obbligata. Un partito che non tutela allo stesso modo i suoi eletti non è il partito in cui pensavo di essermi candidato e per cui mi sono personalmente prodigato durante le ultime e pregresse elezioni
amministrative.
Un partito ove il segretario regionale, e cito testualmente, “si limita a fare da notaio perché la
mediazione è cosa da liste civiche, non da partiti”, non è assolutamente il partito nel quale voglio crescere.
Ringrazio quanti hanno difeso la mia candidatura personale e hanno cercato di mediare in una situazione che si è presentata fin dagli albori molto intricata, in particolar modo l’On. Angelo Sanza
e gli amici Mauro Santoro e Giovanni D’Avenia.
Ringrazio poi tutti i segretari provinciali, come già accaduto in altre sedi, perché senza i sacrifici sostenuti da questi ultimi, non avrei potuto raggiungere il soddisfacente traguardo; sarà mia cura
tenere sempre a mente questa vicenda.
In Consiglio Regionale avrete pur sempre un amico disposto ad ascoltarvi e ad impegnarsi per voi sul piano personale. Questa era l’unica richiesta che avevo sostanzialmente avanzato, ma innanzi a questo “assordante” silenzio non è possibile in alcun modo fare altrimenti.
Vi saluto con affetto,
Raffaele Maria Pisacane

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