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News - page 901

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Morti sul lavoro per covid in Italia: la mappa delle regioni più a rischio in 21 mesi di pandemia

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La geografia dell’emergenza Covid sul lavoro rimane pressoché invariata: Lombardia, Campania, Liguria, Abruzzo, Puglia e Molise sono le zone rosse del Paese, ovvero quelle con il più alto rischio di mortalità per Covid sul lavoro rispetto alla popolazione occupata, in 21 mesi di pandemia.

È questo il primo e più significativo risultato che emerge nell’ultima indagine elaborata dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega Engineering di Mestre sull’emergenza sanitaria nel Paese sulla base di dati Inail.

Un’elaborazione dettagliata quella realizzata dagli esperti dell’Osservatorio mestrino che vede ancora una volta il rischio di mortalità meno elevato in Trentino-Alto Adige, Basilicata, Sardegna, Toscana, Calabria e Veneto.

Intanto spetta ancora alla Lombardia la maglia nera per il maggior numero di vittime sul lavoro per Covid con il 25,6% delle denunce (193 decessi), seguita da: Campania (98 decessi), Lazio (81 decessi), Piemonte (59), Puglia (54), Emilia Romagna (49 decessi), Sicilia (43), Veneto (33), Liguria (28 decessi), Abruzzo (26), Toscana (25), Marche (21), Friuli Venezia Giulia (10), Umbria (9), Molise, Calabria e Sardegna (8), Provincia autonoma di Trento (3), Valle d’Aosta, Basilicata e Provincia Autonoma di Bolzano (2).

E, ancora una volta, il Veneto che anche dopo 21 mesi di emergenza sanitaria risulta essere la regione con il minor rischio di mortalità tra le regioni con il più alto numero di occupati. Infatti, rispetto ad un’incidenza media nazionale pari a 33,3, il Veneto fa registrate un indice di 15,6. Ben lontano dai più preoccupanti valori di Lombardia (43,8) e Lazio (34,6). Tra gli indici più preoccupanti si rilevano quelli di Molise (75,7), Campania (60,7), Abruzzo (53,2) e Liguria (46,6) Puglia (44,2).

Al via alla campagna di tesseramento per Pianeta Sindacale Carabinieri

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Dalle Alpi alla Sicilia attraversando la costa tirrenica, l’adriatica sino ad attraversare lo stretto di Messina. Prende via il percorso sociale di pianeta sindacale carabinieri – PSC assieme. Partirà nel pomeriggio di oggi sabato 23 ottobre da Porto Santo Stefano il camper con 4 dei 157 carabinieri soci fondatori con l’obiettivo di ascoltare e rispondere ai Carabinieri d’Italia da nord a sud. I problemi e le aspettative dei carabinieri in un viaggio tra territorio e social network dove gli oltre 100mila carabinieri di ogni ordine e grado potranno seguire tutto il viaggio grazie anche ai collegamenti in diretta che verranno fatti dal segretario generale con il “team assieme”.

Incontri e punti di ascolto per i carabinieri dove si darà il via alla campagna di tesseramento 2022 per Pianeta Sindacale Carabinieri – PSC Assieme. Un progetto sociale concreto per essere riferimento dei carabinieri associati e costituire quel valore aggiunto del quotidiano del carabiniere. Consulenza, tutela, assistenza, elevazione culturale e professionale tra carabinieri e collaborazioni professionali di riferimento. Prendere per mano con un contatto diretto unendo l’alta tecnologia che passa dalla piattaforma web, una web App, dai social network sino all’interazione tra carabiniere e intelligenza artificiale. Pianeta Sindacale Carabinieri non conterà numeri ma risorse umane pronte a migliorare il nostro presente e assieme costruire il nostro futuro da carabinieri. Testa, cuore e passione sono i requisiti necessari per accedere alle procedure di tesseramento. Investire un’ora di lavoro straordinario al mese per unirsi a PSC Assieme per cambiare il modo di pensare, cambiare il modo di comunicare.

Inchiesta diplomi falsi: la GdF di Treviso denuncia 101 campani

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Le assunzioni, a tempo determinato, erano state fatte tra il 2018 al 2020 e riguardavano personale scolastico Ata (amministrativo, tecnico, ausiliario).  Le indagini della Guardia di Finanza di Treviso hanno portato alla denuncia di 101 persone assunte nelle scuole della provincia presentando titoli culturali e di servizio falsi. Il danno stimato all’erario ammonta a due milioni di euro.

Gli indagati sono quasi tutti campani ed alcuni della provincia di Caserta. Per gran parte di questi, tuttavia, la Gdf ha accertato che il diploma era stato conseguito, con il massimo punteggio, in un ristretto numero di istituti scolastici campani, mentre i titoli di servizio erano stati maturati lavorando in improbabili scuole paritari.

Pare inoltre che  per 43 indagati, i diplomi sono stati rilasciati da quattro istituti scolastici, delle province di Salerno, Benevento e Avellino, che non erano autorizzati dall’Ufficio Scolastico Regionale allo svolgimento degli esami di qualifica professionale. Istituti, già al centro di inchieste giudiziarie perché sospettati di essere veri e propri “diplomifici”. In altri diversi casi, invece, i diplomi erano del tutto fasulli.

Indagini Cgia: “Un milione di lavoratori non ha Green Pass, pochi controlli”

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I lavoratori senza green pass sarebbero 1 milione: questa la stima dall’Ufficio studi della Cgia, secondo cui ieri i lavoratori italiani senza alcun vaccino sarebbero scesi a poco meno di 2,7 milioni (pari al 12,2 per cento del totale occupati).

Se a questi ultimi si tolgono le 350 mila persone che per ragioni di salute sono esenti dal possesso del certificato verde e 1,3 milioni di addetti che regolarmente si sono sottoposti al tampone durante la settimana, rimarrebbero “scoperti”, ovvero senza Green pass, circa un milione di occupati.

Vendita farmaci online: 42 siti oscurati dai Nas

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Sono stati 42 i siti, collocati su server esteri, oscurati dal Comando Carabinieri per la Tutela della Salute perché venivano pubblicizzati o offerti in vendita vari farmaci anche contro il covid 19.

 Su 35 dei 42 siti veniva venduta anche l’ivermectina, antiparassitario utilizzato in campo veterinario e per il quale l’Ema, nel marzo 2021, ha raccomandato di non utilizzare il principio attivo per la prevenzione o il trattamento del covid al di fuori degli studi clinici. Con questa operazione salgono a 283 i siti oscurati dai Nas nel 2021, di cui 244 legati all’emergenza Covid.

Caccia al super farmaco: 700 dollari a trattamento per la “pillola Merck”

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La pillola della Merck” è la nuova versione del vaccino che promette a chi si è infettato di combattere i sintomi del Covid con un sorso d’acqua. Non si è fatta attendere la corsa al farmaco: gli Usa, primi al traguardo, a giugno hanno firmato un contratto da 1,2 milioni di dollari per 1,7 milioni di cicli: 700 dollari a trattamento (10 pillole). Australia, Nuova Zelanda, Singapore, Corea del Sud, Malesia, Giappone e, questa settimana, Gran Bretagna hanno fatto altrettanto. Merck, con una capacità produttiva di 10 milioni di cicli per quest’anno, difficilmente riuscirà a soddisfare tutti, né senza concorrenza farà troppi sconti, nonostante uno studio dell’università di Harvard abbia stimato il costo di produzione in 17,7 dollari.  

Ricordiamo che solo il primo ottobre l’azienda aveva annunciato i risultati delle sperimentazioni: tanto buone da dover essere chiuse in anticipo. Fra i pazienti ad alto rischio che hanno preso due pillole al giorno per 5 giorni, il 50% rispetto al placebo, ha evitato il ricovero e nessuno è morto.  

Aziende e Green Pass: nasce il servizio di verifica ideato dall’INPS

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Le aziende con oltre 50 dipendenti avranno a disposizione un servizio di verifica del Green pass rapido. L’Inps – si legge in una nota – ha pubblicato sul sito la procedura “Greenpass50+”, il servizio per la verifica della certificazione per le aziende private sopra i 50 dipendenti (circa 35.000, con 7,5 milioni di dipendenti).

L’INPS ha spiegato che il servizio mostrerà per ogni azienda o ente l’elenco dei dipendenti e permetterà ai verificatori di controllare se uno specifico dipendente è in possesso, alla data della verifica, di un Green pass valido. La validità del Green pass dei dipendenti delle aziende o degli enti accreditati sarà recuperata ogni notte da Inps tramite un accesso in interoperabilità alla banca dati del Ministero della Salute.

Bari: scacco al clan Parisi – Palermiti

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Nuova ordinanza di custodia cautelare a carico di 9 indagati, ritenuti capi e affiliati al clan Parisi-Palermiti. Gli indagati sono ritenuti responsabili, a vario titolo, dell’omicidio, aggravato dal metodo mafioso del 24enne Michele Walter Rafaschieri e del tentato omicidio del fratello Francesco Alessandro, di 34, consumato a Carbonara di Bari il mattino del 24 settembre 2018.

Spuntano nomi importanti tra le nove persone arrestate, ma molti non non sarebbero direttamente coinvolto nel delitto ma avrebbero favorito l’attività di alcuni pregiudicati.

Report covid Altems: “Pandemia sotto controllo grazie a vaccini e mascherina”

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La pandemia “è sotto controllo in Italia: all’aumentare delle vaccinazioni anti-Covid è ormai palese il caso degli indici epidemici“. Lo sottolinea il 70esimo Instant Report Covid-19 dell’Altems, l’iniziativa dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell’Università Cattolica di Roma.

“La strategia del Governo di continuare a incentivare le vaccinazioni e al contempo mantenere le mascherine nei luoghi chiusi”, afferma Americo Cicchetti, direttore dell’Altems, “risulta essere la strategia migliore che sta mostrando i suoi risultati soprattutto in questo periodo in cui si stanno manifestando timidamente i primi casi di influenza stagionale”.

Occupazione studentesca a Roma: “Modello scolastico invivibile”

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Gli studenti sono entrati nel liceo artistico del Ripetta nel primo pomeriggio del 20 ottobre occupando il plesso. Vita scolastica e “modello scolastico invivibile proposto dal Governo”: queste le motivazioni alla base della protesta studentesca.

“Questa occupazione – si legge in una nota dei ragazzi del liceo e di Osa – Opposizione Studentesca d’Alternativa – nasce dalla necessità di opporci e di lottare sulle problematiche del nostro istituto e contro un modello scolastico portato avanti da Draghi e dal ministro Bianchi che, come il Pnrr ha dimostrato, segue la stessa linea di tutte quelle politiche che in questi anni hanno massacrato la scuola. Tali contraddizioni le abbiamo sentite gravare sulle nostre spalle in maniera esorbitante dall’inizio della pandemia fino ad adesso, dove il malessere e la rabbia di noi studenti è esplosa”.

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