Casoria. Prende a calci un gatto in diretta internet e poi si vanta sui social

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Un ragazzo di tredici anni è al centro di una dura protesta da parte delle associazioni animaliste e di tutto il mondo social. Infatti, due giorni fa, un tredicenne di Casoria ha pensato bene, per puro diletto personale, di colpire con un violento calcio un povero gattino incontrato sulla sua strada. Nel mentre, un suo amico, riprendeva la scena per poi postarla su Tik Tok, il famoso social network di proprietà cinese molto in voga tra gli under 18.

Risultato: il gattino è deceduto per le percosse subite e il ragazzo si vanta sui social della sua bravata senza il benché minimo segno di pentimento. Anzi, ringrazia l’animale per avergli portato ancora più follower sul suo profilo. Una presa di posizione che nulla ha a che vedere con la parola “umanità”.

Intanto le associazioni animaliste protestano nei confronti del giovane e della sua violenta azione. Gli esponenti di Europa Verde precisano: “Ci aspettiamo pene durissime, questo ragazzino deve pagare per quello che ha fatto“.

Anche il sindaco di Casoria Raffaele Bene ha espresso parole durissime nei confronti del ragazzo: “In merito al deplorevole episodio riguardante un gatto preso a calci da un ragazzo avvenuto a Casoria, esprimo profonda condanna per un gesto di violenza gratuita che non fa onore ad una comunità cittadina civile come la nostra. Fin da quando sono state diffuse in rete le immagini, la Polizia Municipale si è messa sulle tracce dell’autore che è stato prontamente rintracciato. Lo stesso sarà deferito all’Autorità Giudiziaria competente. L’ operato della Polizia Municipale, che ringrazio, sia da monito per tutti perché non si ripetano più gesti di questo tipo. Mi rivolgo infine a coloro che hanno pubblicato le immagini sui social per cui saranno compiuti accertamenti rivolti a verificare anche le loro responsabilità penali.Piuttosto che registrare avrebbero fatto meglio a fermare il loro compagno prima di compiere il vile gesto ed in ogni caso avrebbero avuto il dovere di denunciare l’accaduto.”