Campania, nuovo allarme per l’inquinamento del fiume Sarno: “Individuare le origini e intervenire dopo i risultati analisi dell’Arpac”

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Riceviamo e pubblichiamo una nota stampa di Legambiente, che fa scattare un nuovo allarme sull’inquinamento del fiume Sarno. “Chiediamo a tutti gli Enti preposti ad indagare e monitorare, e mettere in campo tutti gli strumenti necessari per individuare le origini e come intervenire in risposta alla nota dell’Arpac in data 27 ottobre che evidenziava  dei valori non conformi nei corpi idrici del Rio Santa Marina, la sorgente del fiume Sarno che nasce nella piana della frazione di Lavorate, in particolar modo sulla presenza di tetraclorotilene, solvente impiegato come sgrassante nei processi industriali  con un valore di concentrazione superiore ai valori soglia previsti dalla Legge.

Il fiume Sarno continua a far notizia per inquinamento , area ex SIN del Bacino Idrografico del fiume Sarno, derubricata a SIR nel 2013, tale passaggio dai  dai poteri straordinari del Commissario di Governo ai poteri ordinari della Regione Campania ha avuto come conseguenza il venir meno della consapevolezza che il problema del Sarno non fosse solo l’inquinamento ma il complessivo risanamento idraulico, idrogeologico, ambientale e sociale dell’intero Bacino idrografico del Sarno”, dichiara Mariateresa Imparato, presidente Legambiente Campania che interviene sui recenti monitoraggi della qualità delle acque, da parte dei  tecnici dell’Arpac che hanno evidenziato dei valori non conformi nei corpi idrici del Rio Santa Marina, la sorgente del fiume Sarno che nasce nella piana della frazione di Lavorate.