“Frane ed esondazioni nel Cilento. Poche ore fa ho concluso un sopralluogo, nell’Alto Cilento ed ho potuto constatare gli effetti devastanti relativi agli ultimi eventi. Il fiume Testene è esondato nelle aree un tempo golenali ma attualmente urbanizzate. Ci sono stati vari straripamenti. Tutto questo è dovuto a nubifragi di particolare intensità e di entità pluviometrica, in breve tempo che si sono succeduti in queste ore. Anche nei giorni del 16 e 17, nel Golfo di Policastro abbiamo avuto fenomeni simili. Sapri ad esempio ha una particolare conformazione fisio – grafica come ristretta piana alluvionale costiera, percorsa da una serie di fiumi e torrenti ristretti e alcune volte anche tombati. Per noi geologi questi eventi non sono nuovi, sono sicuramente eccezionali ma storicamente riconosciuti, e saranno presenti anche in futuro. Occorre analizzare lo stato di fatto del tessuto antropico e della sua interazione con il sistema naturale e introdurre iniziative di tipo strategico, anche con opere mirate. Nel sistema antropico – naturale l’attuale reticolo idrografico, per le rispettive sezioni idrauliche, non risulta ne adeguato e ne proporzionato ai regimi pluviometrici connessi a questi eventi eccezionali meteorologici. La portata d’acqua che arriva lungo l’asta fluviale trova una sezione ristretta ed esonda andando a trovare spazio nelle aree golenali di un tempo”. Lo ha affermato Romeo Toccaceli, geologo, della Società Italiana di Geologia Ambientale che ha appena terminato un sopralluogo sulla costa cilentana.
Oggi è in programma un’iniziativa davvero innovativa. A Roma, alle ore 10, la firma della Carta dei Comuni Custodi delle Dune Costiere Mediterranee. Ben 100 i comuni aderenti. Domani ci saranno i sindaci con la Fascia Tricolore che firmeranno la Carta dinanzi alla stampa con i vertici del Comitato Nazionale Promotore della Carta dei Comuni Custodi delle Dune Costiere Mediterranee. Saranno presenti la Società Italiana di Geologia Ambientale, le associazioni che hanno costituito il Comitato
“L’ambizione è quella di coinvolgere tutti i Paesi, le Nazioni del Mediterraneo. Le DUNE costituiscono un elemento importante del sistema costiero mobile – ha dichiarato Antonello Fiore, Presidente Nazionale della Società Italiana di Geologia Ambientale – ma hanno bisogno di spazio, sedimenti fini e di piante pioniere. Le DUNE sono un sistema di riequilibrio per le spiagge in erosione, laddove sostituiscono i sedimenti persi e costituiscono una protezione per le coltivazioni e gli insediamenti umani dell’entroterra. Evolvendosi le DUNE tendono a essere stabilizzate grazie alla presenza di una vegetazione specializzata che contrasta la continua mobilità, trasformandole da una morfologia dinamica in fitocenosi e zoocenosi tipiche ed in equilibrio ecologico. I sistemi sabbiosi litoranei, comprensivi di spiagge e dune sabbiose, sono presenti a tutte le latitudini, occupando, nel complesso il 34% della lunghezza costiera globale. In Europa, questi occupano una superficie di circa 5300 km2 e, dipendentemente dalla posizione geografica, presentano caratteristiche diverse. In Italia, i sistemi sabbiosi litoranei si estendono per 3346 km (circa il 40% delle coste italiane), con una superficie territoriale di oltre 120 km2 . Tuttavia, ad oggi, solo una frazione limitata di questa superficie presenta sistemi dunali stabili”.
Sono già 100 i Comuni che hanno aderito alla Carta dei Comuni Custodi delle Dune Costiere Mediterranee. Lunedì 21 Novembre, in occasione della Giornata Nazionale dell’Albero, ci sarà la firma della Carta a Roma presso la prestigiosa sede della Società Italiana di Geologia Ambientale e della FIDAF, Federazione Italiana Dottori in Agronomia e Forestale (FIDAF). E numerosi i siti conosciuti nel Mondo come ad esempio Cerveteri nel Lazio o ancora Realmonte, nota cittadina della Scala dei Turchi in Sicilia.
“Con la firma di Lunedì i Sindaci si impegnano a vietare qualsiasi manomissione che possa incidere sull’equilibrio della duna e della spiaggia antistante; rimuovere manualmente i rifiuti per la pulizia della spiaggia – ha dichiarato Aleandro Tinelli, Vice Presidente della SIGEA- Lazio – cercando di non alterare la conformazione e l’andamento dei rilievi dunali anzi rafforzandoli per una migliore difesa del litorale con i residui legnosi spiaggiati; indicare percorsi predefiniti realizzati con sistemi d’accesso in legno, anche sopraelevati rispetto alla quota del sistema dunale attraversato, individuando piazzole e punti di osservazione strategici; promuovere un turismo sostenibile, regolando l’accesso e contingentandone le attività; creare una cartellonistica informativa, educativa e motivazionale; organizzare percorsi ludico-didattici per le scuole e i fruitori dell’ arenile; monitorare il sistema spiaggia- duna, vegetazione, fauna- per verificare le problematiche di erosione e deposizione delle sabbie con cadenza almeno stagionale; proteggere le specie di fauna e di flora a rischio; vietare l’introduzione di specie aliene; adottare interventi di contrasto dell’ erosione costiera a difesa degli arenili; promuovere interventi di riqualificazione ambientale e rinaturalizzazione usando sistemi dell’ingegneria naturalistica con ecotipi locali; istituire corsi di educazione e tutela ambientale e formare guide per la didattica esperte sui sistemi dunali”.