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Battipaglia, la famiglia del ragazzo morto a New York attacca il collage

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Continuano le indagini sulla morte del giovane di Battipaglia ritrovato nella sua stanza in un collage di New York.
La prima ipotesi sembrerebbe quella del suicidio, anche se ancora nessun parla ufficialmente al momento.

La supposizione deriverebbe per la disperazione del ragazzo per una severa sanzione da parte dell’istituto americano che vede il suo isolamento in una stanza con tanto di minaccia di espulsione. Una pena che gli sarebbe stata applicata dopo la contestazione di una presunta irregolarità e sospetto plagio nello svolgimento di un compito.
Il suicidio sarebbe maturato proprio durante l’isolamento di tre giorni, riservato agli studenti sospesi.

La famiglia del 17enne scrive in un comunicato hanno dichiarato che è stato “sottoposto a inimmaginabili trattamenti da parte dell’amministrazione” dell’istituto che stava frequentando a New York. I parenti, che si dicono “scioccati e distrutti” da quella che definiscono “una morte insensata“, spiegano che è “in corso un’indagine completa” e annunciano che intendono prendere “azioni appropriate”. “Non era malato, era sanissimo. I medici dovranno appurare cosa è accaduto”, ha detto lo zio Pietro Benesatto. 

La polizia ha ascoltato i coetanei che alloggiano nel college frequentato dal giovane per ricostruire l’episodio e le ultime ore di vita dello studente trascorse a una festa. Il giovane sognava di diventare un manager e di lavorare nel campo dell’economia ed è per questo aveva deciso di ‘volare’ negli Stati Uniti. Ma il suo sogno è stato fatto a pezzi da un destino crudele e beffardo.

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