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Trieste, si fa schermo dell’autobus con i profughi ucraini ma non riesce ad evitare la condanna

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Rotoli di stagnola non servivano per cucinare, ma con le sue sapienti mani riusciva a foderare l’interno delle borse, creando un multistrato che permetteva di eludere le barriere antitaccheggio. All’interno delle borse, a seconda delle occasioni, finivano abiti lussuosi e vestiti degli migliori marche che, successivamente, rivendeva ai propri connazionali nei mercati neri dell’Est Europa.

Il suo continuo andirivieni gli aveva poi permesso di evitare la condanna e di restare impunito. Finché non è incappato in un controllo del Nucleo Radiomobile della Compagnia Carabinieri di Aurisina, impegnata insieme alla pattuglia della Stazione di Aurisina nei controlli di retrovalico. Al posto delle borse “schermate”, stavolta, utilizza come schermo la presenza dei profughi ucraini che si sono stipati sull’autobus su cui viaggiava. Ma l’attenzione dei militari del Radiomobile subito ricaduta su di lui, scoprendo a breve che si trattava di un ricercato.
Infatti l’uomo, un 35enne romeno, deve scontare 4 mesi di reclusione per un furto aggravato commesso nel 2007 a Firenze che, fino a oggi, era rimasto impunito grazie ad una latitanza durata 15 anni. 

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