Tragedia in Calabria, due lavoratori deceduti per le esalazioni da mosto: l’appello della Fai-Cisl

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Tragedia sul lavoro in Calabria, nel comune di Paola in provincia di Cosenza. Quattro persone hanno perso la vita a causa delle esalazioni emanate da una vasca dove era contenuto mosto d’uva. Una quinta persona è rimasta ferita gravemente ed è in ospedale.

Si tratta di due fratelli , un cognato e un nipote di uno dei due, di età compresa tra i 40 e i 70 anni. “Quella accaduta oggi a Paola in provincia di Cosenza è l’ennesima tragedia del lavoro: davanti al bollettino quotidiano di infortuni e incidenti mortali non basta più l’indignazione, vanno subito attuati concretamente tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione per agire con più formazione, prevenzione, controlli, nonché pene più severe per chi non applica leggi e contratti, come annunciato recentemente dallo stesso Premier Draghi”, scrive sulla pagina Facebook della Fai Cisl il Segretario Generale Onofrio Rota, commentando la tragedia.

“In questa giornata di profondo dolore ci stringiamo a tutti i famigliari delle vittime di questo ennesimo incidente e speriamo nella pronta guarigione delle persone ricoverate”, afferma il sindacalista, “ma torniamo anche a sottolineare che purtroppo l’agricoltura detiene il triste primato, insieme al settore edile, rispetto agli incidenti mortali. Il lavoro agricolo non si improvvisa, richiede competenze e conoscenze che spesso servono proprio per operare in sicurezza e tutelare la salute dei lavoratori, per questo la stessa piattaforma contrattuale che abbiamo appena inviato a Cia, Coldiretti e Confagricoltura propone l’introduzione, nel nuovo contratto nazionale degli operai agricoli, di maggiori strumenti rivolti alla sicurezza, alla formazione, al controllo degli appalti. Tra le 772 morti sul lavoro dei primi 8 mesi del 2021 – conclude Rota – spicca l’aumento del 20% del settore agricolo registrato dai nuovi dati Inail, ma il dato potrebbe essere persino sottostimato a causa del tanto lavoro nero e dei tanti infortuni non denunciati, per questo restano fondamentali sia la cultura della prevenzione che la capacità, delle istituzioni, di incidere maggiormente tramite monitoraggi e ispezioni”.