CASTELLAMMARE DI STABIA – Dopo il dolore è il tempo delle riflessioni, è il momento di capire le ragioni di questa tragedia perché non accada più. Freni, manutenzione e vento: sono i primi elementi che la Procura di Torre Annunziata è chiamata ad analizzare nell’inchiesta sulle cause del disastro avvenuto giovedì pomeriggio, dove una cabina della funivia che collega il mare di Castellammare di Stabia alla cima del Monte Faito è precipitata provocando quattro morti e un ferito grave.
I periti della procura dovranno appurare perché si sia rotto il cavo di trazione, e soprattutto perché non abbia funzionato il freno di emergenza che, proprio in casi del genere, dovrebbe mantenere in sicurezza l’impianto: lo stesso freno che invece ha funzionato a valle, permettendo di evacuare i passeggeri dalla cabina rimasta sospesa a pochi metri dalla stazione di partenza. . A breve dovrebbero essere disposti gli esami autoptici nell’ambito del fascicolo, al momento contro ignoti, in cui si ipotizzano il disastro colposo e l’omicidio plurimo colposo. Già giovedì sera il procuratore Nunzio Fragliasso, accompagnato dall’aggiunto Giovanni Cilenti e dal sostituto Giuliano Schioppi, si è recato sul luogo della tragedia per una prima ispezione, proseguita oggi. Gli inquirenti hanno sottoposto a sequestro le due stazioni: quella a monte alla quale la cabina precipitata era quasi arrivata e quella a valle. Sequestrati anche i piloni, le due cabine e il cavo.