Tentato omicidio di 3 detenuti, gestione di droga e cellulari in carcere, nei guai ras del clan Lo Russo

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NAPOLI – Tesseva i contatti dall’interno del carcere con l’Alleanza camorristica di Secondigliano, per rafforzarne il controllo nei penitenziari. È questa una delle accuse mosse a un detenuto – raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere – dopo le indagini del Nucleo investigativo centrale della Polizia penitenziaria.

L’uomo è anche accusato di partecipazione all’associazione di stampo camorristico denominata “gruppo di Abbasc Miano, articolazione del clan Lo Russo,” di tentato omicidio premeditato nei confronti di altri tre detenuti, di porto e detenzione di arma. Nel 2021 l’uomo era riuscito a procurarsi una pistola nel carcere di Frosinone, attraverso un drone, successivamente utilizzata per sparare contro altri tre detenuti nello stesso reparto: si trattava di un’azione dimostrativa del clan per riaffermare la propria operatività, consegnava in diverse carceri italiane cellulari e droga. Dalle indagini è anche emerso che dopo quell’episodio l’indagato – grazie a cellulari fronti dall’esterno – continuava a comunicare con il proprio clan, seppure associato in istituti di alta sicurezza.