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Galdiero (Pres. Anaste): “Regione attivi protocollo: non si fanno i tamponi agli operatori delle Asl”

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Il Covid può entrare anche nelle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali come dimostrano i recenti decessi. Da settimane, per questo motivo, abbiamo chiesto alla Regione di istituire un tavolo di lavoro per individuare le criticità ed intervenire con immediatezza. Manca un piano sistemico di screening delle strutture residenziali per anziani e soltanto così si possono proteggere“. A lanciare l’allarme è Nicola Galdiero, presidente di Anaste Campania.

Partendo dal presupposto che “le attività di profilassi delle malattie infettive e di tutela degli ambienti di lavoro in caso di infezioni non endemiche sono in primo luogo di competenza dei Dipartimenti di Prevenzione delle Asl” e in applicazione “della circolare del Ministero della Salute di aprile 2020 che indica tra le priorità dello screening le Rsa”, Anaste chiede  alle Aziende sanitarie locali di “effettuare i tamponi e i test sierologici a tutti gli ospiti e gli operatori delle strutture residenziali per anziani e di effettuare tali indagini con costi a carico del servizio sanitario nazionale e non delle singole strutture e con personale inviato dalla regione adeguatamente formato competente ed esperto”. Inoltre non è stato risolto il problema dell’approvigionamento dei Dpi. Le Rsa, così come tutte le altre tipologie di strutture sociosanitarie, necessitano per la loro attività di grandi quantitativi di dispositivi di protezione. Galdiero chiede quindi “un piano straordinario di acquisizione e distribuzione che permetta di superare questa fase, ma anche di gestire il prosieguo dell’emergenza per garantire la necessaria sicurezza a strutture e operatori delle strutture sociosanitarie  che devono costituire la priorità della Protezione Civile, così come le strutture deputate all’accoglienza dei disabili che devono gestire spesso utenti con grave disturbo del comportamento e che mal sopporta il ricorso a tali dispositivi”. Infine un appello sui rischi di sostenibilità finanziaria delle strutture che operano per la terza età. “Il reclutamento indiscriminato del personale che le Asl stanno svolgendo nei confronti dei dipendenti delle Rsa e strutture residenziali per anziani mettendo in evidente ulteriore difficoltà le nostre strutture – prosegue la nota”.

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