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Omicidio Frascogna, il reo confesso: “Non vivo più. Chiedo scusa”

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Io sottoscritto Domenico Iossa junior, nato ad Acerra il 28 maggio 2002, in relazione a quanto ho commesso la sera del 3 novembre 2020 voglio dire che da quella sera anche io, per un verso, non vivo più. Non vi sono parole per farvi comprendere come io stia male, non riesco a sopportare il peso di avere tolto la vita a un giovane ragazzo come me. Non ho mai commesso reati in vita mia, ho sempre lavorato da quando avevo 13 anni, il mio amore era ed è fare il carrozziere. Ormai anche io non vivo più dentro di me. Voglio chiedere pubblicamente scusa alla famiglia di Simone, vi chiedo immensamente scusa, vorrei tanto tornare indietro e non fare ciò che invece ho fatto. Ho sbagliato e sono pronto a pagare, sono tre giorni che non mangio e che non bevo perche’ non riesco sopportare il peso di avere tolto la vita ad un mio coetaneo. Chiedo ancora scusa alla famiglia di Simone. Io, non ho mai scelto una vita di strada”.

Questa la lettera scritta da Domenico Iossa Junior, il reo confesso dell’omicidio di Simone Frascogna, avvenuto a Casalnuovo martedì scorso.

Decesso ragazzo Casalnuovo, diciottenne confessa: “Chiedo scusa alla famiglia di Simone, pronto a pagare”

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Ha rilasciato dichiarazioni spontanee al gip di Nola chiedendo scusa alla famiglia di Simone Frascogna, giovane di Casalnuovo ucciso, Domenico Iossa junior, diciotto anni: “Non sopporto il peso di aver tolto la vita ad un ragazzo. Non ci sono parole per farvi capire quanto stia male, vorrei tornare indietro per non fare quello che ho fatto; sono pronto a pagare per il mio errore, da tre giorni non mangio o bevo per il peso che ho”.

“Tu non sai a chi appartengo”, nuovi dettagli sull’uccisione di un giovane di Casalnuovo

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Una lite iniziata nel traffico si è trasformata in un omicidio, causando il decesso del giovanissimo Simone Frascogna, diciannovenne di Casalnuovo accoltellato a morte. I colleghi di Fanpage riportano ulteriori dettagli di quella tragica notte, che ha causato il fermo di 3 ragazzi. Il giovane accusato dell’omicidio ha deciso di consegnarsi, raccontando la sua versione dei fatti: il tutto sarebbe partito da una mancata precedenza per le strade di Napoli e Simone sarebbe stato raggiunto da un “tu non sai a chi appartengo”, parole che sono state viste come un segno di supremazia ed intimidazione cui bisogna fare attenzione. La lite sembrava finita, ma i ragazzi si incontrano nuovamente in centro e scatta la rissa che risulterà fatale per il giovane.

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