Strisce blu vuote, posteggiatori abusivi e stalli per disabili out. Caos parcheggi a Maddaloni

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MADDALONI – La mobilità urbana assomiglia sempre più a un’opera d’arte contemporanea: difficile da interpretare, a tratti provocatoria. Strisce blu che appaiono e spariscono, parcheggiatori abusivi che presidiano come sentinelle, posti riservati ai disabili occupati… da chi dovrebbe dare l’esempio.

In viale Europa e via Pietro Gobetti, le nuove strisce blu hanno svuotato le strade. Obiettivo raggiunto? Forse. Nessuno parcheggia più: ordine ottenuto per abbandono. Al contrario, in via Caudina, abolite le strisce blu, la zona è stata rapidamente “conquistata” da parcheggiatori abusivi. Sicurezza e decoro urbano? Svaniti. Il colpo di scena, riporta la rete, arriva però da due mezzi della Protezione Civile, immortalati in sosta per ore su stalli riservati ai disabili. Nessuna urgenza, solo comodità. Un errore? No: inciviltà istituzionale. Ed è qui che il senso civico si ferma. Letteralmente.

Ma davvero bastano le multe? O serve qualcosa di più profondo?

Non possiamo aspettarci un vigile mimetizzato tra gli alberi. La repressione ha senso solo se accompagnata da una vera cultura della mobilità. Una cultura che manca. E che non nasce da ordinanze, ma da comportamenti quotidiani.

La verità è semplice: bisogna usare meno l’auto, soprattutto in città. Maddaloni non è una metropoli. Le distanze sono brevi, le gambe funzionano, le biciclette esistono – anche se raramente si vedono.
Lo dicono anche le norme: il Piano Nazionale della Mobilità Sostenibile, la Legge 221/2015, i Pums. Tutti strumenti che invitano a ridurre traffico, inquinamento e stress. A vantaggio di una città più vivibile. Camminare fa bene. Pedalare ancora meglio. E parcheggiare meno significa spesso vivere meglio.

Serve una svolta. Ma anche una scelta.

Maddaloni può diventare una città più ordinata, più sicura, più civile e questa amministrazione sta lavorando in questo senso anche se i risultati tardano a venire .
Noi cittadini dobbiamo cambiare solo punto di vista: smettiamo di chiederci “dove parcheggio?” e iniziamo a chiederci “posso evitarlo?”. Perché il rispetto non si misura in sanzioni, ma in abitudini.
E il futuro non sta nelle strisce blu, ma nei passi che decidiamo di fare a piedi.

Carlo Pace