Sciolto nell’acido per uno scambio di persona, ora i boss offrono un risarcimento

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NAPOLI Giulio Giaccio fu ucciso e sciolto nell’acido per un maledetto scambio di persona. Dopo i trent’anni di carcere inflitti ai mandanti del delitto, i ras del clan Polverino Salvatore Cammarota e Carlo Nappi, lo scorso febbraio arrivarono le condanne per i tre uomini del commando Luigi De Cristofaro, Salvatore Simioli e Raffaele D’Alterio.

Ieri, i legali dei presunti mandanti del delitto hanno proposto davanti alla Corte di assise di appello di Napoli una proposta risarcitoria ai parenti della vittima, assistiti dall’avvocato Alessandro Motta.

Giaccio, 26enne di Pianura, il 30 luglio 2000, fu prelevato da finti poliziotti: i killer lo scambiarono per un certo Salvatore, che ritenevano colpevole di intrattenere una relazione sentimentale con la sorella di Cammarota. Il giovane fu caricato in auto ed uno dei killer che gli esplose un colpo di pistola in testa. A nulla valse il tentativo di Giulio di spiegare che lui non c’entrava niente con quella storia, come testimoniato dal collaboratore di giustizia Roberto Perrone. Il suo corpo venne poi sciolto nell’acido.