L’Editoriale di Antonio Arricale – Il caso Amsri continua a infiammare la polemica politica. Segno dei tempi.
Le opposizioni chiedono trasparenza: porteranno il caso all’attenzione del Parlamento europeo. Al peggio non c’è mai limite, verrebbe da dire. Replicheranno a Strasburgo il brutto spettacolo che già hanno dato nel Parlamento Italiano. Più in generale, mostreranno l’insipienza che hanno della Ragion di Stato.
Non ricordo, però, che abbiano fatto mai altrettanto gli europarlamentari francesi o tedeschi nei confronti dei rispettivi Paesi, giusto per citare i rappresentanti dei due maggiori europei.
Dall’opposizione si rimprovera al governo di non fare chiarezza sulla Libia. Chiarezza in pubblico, si intende, ignorando – o fingendo di ignorare – che magari, in taluni casi, la sede idonea per parlare di argomenti che attengono alla ragion di Stato sarebbe il Cosapir. Come dire, una stanza istituzionale un tantino più discreta, al riparo da tuttologi e leoni da tastiera.
La Libia, infatti – volente o nolente – è un interlocutore privilegiato per noi, sia per i flussi migratori, che per le questioni energetiche. In Libia lavorano molti italiani ed ha interessi notevoli la più grande azienda di Stato italiana: l’Eni.
A parti invertite, Minniti e Gentiloni avrebbero fatto lo stesso senza gli strepitii della destra, che pure ha lunga tradizione di buttarla in caciara.
Nordio e Piantedosi – dicono i rappresentanti dei progressisti – non hanno avuto rispetto dei magistrati. Peccato, però, che eguale rispetto non lo pretendano anche dai magistrati nei confronti della politica.
Aggiungono: Amsri è un criminale di Stato, di uno Stato che si regge su politiche criminali o terroristiche o para terroristiche. Paese, in ogni caso, non democratico, che non rispetta i diritti umani e con il quale non bisogna assolutamente trattare.
Quindi, deduco: abbiamo sbagliato a trattare con Orban per scarcerare la Salis e farla diventare parlamentare europea? Bisognava lasciare marcire Cecilia Sala – che questi benpensanti vorrebbero candidare a sindaco di Milano – nelle carceri iraniane? Per gli stessi motivi non bisognava trattare con Hamas per liberare gli ostaggi a Gaza. E, immagino che lo stesso bisognerà fare con Putin – vale a dire, non trattare con un dittatore – per porre fine alla guerra con l’Ucraina? E, seguendo lo stesso filo, al limite non bisognerà trattare – secondo il politically correct – nemmeno con Trump.
Paradossale. Come spesso è la politica in Italia.
In foto da sinistra: Paolo Gentiloni, Matteo Piantedosi, Marco Minniti e Carlo Nordio