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Napoli, lo sciopero dei lavoratori della Città della Scienza

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Cinque anni fa la mobilitazione dei lavoratori ha scongiurato il fallimento definitivo di Città della Scienza. Da allora, però, non si sono affrontati alcuni nodi fondamentali per ristabilire una reale serenità di prospettive. Ad esempio, non si sono affrontati in modo risolutivo il problema del debito, causato dalla cattiva gestione precedente, ed il radicale rinnovamento del management, corresponsabile di quella gestione. Abbiamo affrontato difficoltà di ogni genere per sostenere il progetto originario della nostra struttura e salvaguardare il nostro lavoro. ù

Oggi ci troviamo con vecchi problemi, nuove promesse e l’assenza di una programmazione chiara per il futuro. Mentre le difficoltà economiche sono scaricate ancora una volta sui lavoratori – su cui pesano ancora stipendi arretrati e un aggravio dei carichi di lavoro dovuto esclusivamente all’assenza di un’organizzazione seria ed efficiente delle attività – si lascia spazio all’arbitro ed allo spirito di rivalsa di dirigenti e responsabili la cui credibilità è valutabile alla luce del commissariamento di Città della Scienza. Il nuovo che avanza pare annunciare sempre più forte il ritorno a logiche e schemi del passato. Chiarezza, garanzie sul futuro, chiusura di esperienze fallimentari, condizioni di lavoro dignitose. Questa, l’estrema sintesi delle nostre motivazioni. I dettagli sono ben noti alla direzione.

La RSA FILCAMS CGIL precisa che non intende sottrarsi al confronto con la direzione, ma ritiene che questo non possa essere impostato su un’agenda e degli ordini del giorno precostituiti e unilateralmente stabiliti e, soprattutto, che non possa prescindere da alcune elementari istanze che riguardano le condizioni materiali dei lavoratori. Pertanto, a seguito della mancanza di riscontri e risposte positive alle richieste ribadite per l’ennesima volta nelle note del 14 e del 23 febbraio scorso, dopo un’ampia discussione tra i lavoratori, la RSA FILCAMS CGIL, stante lo stato di agitazione permanente mai revocato, proclama lo sciopero di quattro ore da inizio turno per giovedì 10 marzo. Lo sciopero sarà caratterizzato da azioni di presidio e sensibilizzazione nei confronti dell’azienda e dell’opinione pubblica.

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