L’incredibile storia di Cira Celotto, simbolo di forza e rinascita delle donne di Scampia

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Cira Celotto porta con sè una bellissima storia, di forza e rinascita, simbolo delle donne che sanno rimboccarsi le maniche, anche nelle più dure realtà della frenetica quotidianità di Napoli. E’ la storia di un rapporto con il proprio corpo che non sempre è idilliaco: un pendolo che oscilla sin dall’adolescenza tra odio ed amore e che spesso diventa una gabbia, con l’impulso primario di smettere di prendersi cura di sé ed abbandonarsi alla tristezza. Sentimenti come la vergogna e la paura prendono sempre più piede in una condizione in cui la mente lancia dei messaggi al corpo che quest’ultimo continua dolorosamente ad ignorare. Ma quella di Cira è soprattutto una storia di forza, è la storia di una donna che trasforma la sofferenza in coraggio, la malinconia in desiderio di riscatto, e la mette al servizio degli altri.

Nella sua adolescenza, Cira aveva deciso di far del male a se stessa, cancellando la propria femminilità ed abbandonandosi al cibo spazzatura fino a raggiungere il peso di 92 kg. Non aveva più stima di sé e della propria identità, non riuscendo a indossare un pigiama. Poi, all’improvviso, la scossa che ha cambiato tutto: un ostacolo che sembrava insormontabile ma la voglia di reagire, per provare a volare e riuscire a raggiungere traguardi personali inimmaginabili. Così è avvenuta la svolta: una sana alimentazione e tanta attività fisica, per stare bene in primis con se stessa e quella routine che poco alla volta è diventata persino un lavoro, per aiutare tutti coloro che vogliano percorrere la sua stessa strada di cambiamento.

Ha così raggiunto il diploma presso  l’ASI (Associazione sportive sociali italiane) ed adesso insegna Fitness, Pilates, Aerobica, integrazione sportiva “Trampolino elastico” e cura l’alimentazione di ben 600 donne, tutte del rione Scampia, area nord di Napoli, che frequentano la palestra che gestisce con la sua associazione “Le ali di Scampia”, all’interno dell’Officina delle Culture “Gelsomina Verde”, un bene confiscato alla camorra intitolato a una ragazza barbaramente assassinata durante una faida tra clan rivali. Nella società moderna – sostiene da sempre Cira –  avere un lavoro è una fortuna ma fare ciò che ti piace è un miracolo ed io, quotidianamente, vivo di questo miracolo”. L’attività è partita tra lo scetticismo di tanti che non attendevano altro che il suo fallimento, ma una dopo l’altra tantissime mogli, madri, figlie, sorelle e fidanzate hanno varcato la soglia del sua palestra senza più abbandonarla. “Nei primi tempi – dichiara Cira – le mie allieve si presentavano in palestra con le pantofole, chiaro segno che nessuna di esse provava amore e rispetto soprattutto per se stessa, ma adesso si presentano agli allenamenti come se fossero passate prima dal parrucchiere”.

Cira ha così deciso di raccontare la sua storia in un libro, “La Donna con le ali – una storia di cambiamento e di coraggio”,  edito da Giammarino Editore di Napoli,  scritto a quattro mani con Alberto Guarino. Un lavoro che inaugura la collana editoriale (R)Esistenze, un progetto nato grazie alla sinergia posta in essere dalla casa editrice fondata e guidata da Gino Giammarino e l’associazione (R)Esistenza anticamorra presieduta dal neo cavaliere della Repubblica Ciro Corona. Ha dichiarato l’editore Giammarino:  “Il progetto che nasce legando la Giammarino Editore all’associazione (R)Esistenza e all’Officina delle Culture  è la naturale conseguenza dell’incontro tra due realtà impegnate profondamente nel sociale, nella cultura e nell’impresa che crea sviluppo economico e mentale nei territori, in maniera tanto concreta, quanto lontana dalle politiche dell’annuncio alle quali, segue il nulla. La mission di positività della nostra casa editrice trova la sua esaltazione nel mettersi al servizio di un territorio come Scampia, senza piegarsi al luogo comune deteriore delle fiction, anzi portando in dote professionalità e attenta scelta dei testi, unitamente ad una straordinaria voglia di crescere insieme facendo rete tra braccia, anime e cuori”.   

FOTO: Pasquale Mallardo