Fusione di stili e influenze, Enrico Bellotta accende il Parravano con il suo progetto musicale

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MADDALONI – Ci sono serate che si annunciano normali e poi, all’improvviso, si rivelano indimenticabili.
Martedì sera è stata una di quelle. Il teatro Parravano di Caserta pieno, una musica che arriva dritta all’anima e un artista che ha avuto il coraggio di credere nel proprio sogno senza compromessi. L’artista maddalonese, Enrico Bellotta, con il suo progetto Yko, ha regalato al pubblico qualcosa di raro: una performance autentica, intensa, costruita con passione vera. Nessun grande sponsor alle spalle, nessuna spinta commerciale, nessun nome imposto. Solo l’arte, la musica e un’enorme voglia di raccontarsi.

Tutto organizzato di tasca sua, con il rischio concreto – e per certi versi tristemente attuale – che nessuno si presentasse. Perché oggi, si sa, se non hai dietro una macchina mediatica, è facile restare invisibili.
E invece no. Il teatro era pieno. Le persone c’erano. La musica ha vinto. La serata è stata ancora più speciale perché non era solo un concerto. Era una dichiarazione d’amore per l’arte. Un atto di fiducia nel pubblico. Un invito collettivo a tornare a credere nella bellezza della musica suonata dal vivo, quella fatta con il cuore e non con gli algoritmi.

Emozionante anche vedere tanti musicisti presenti, lì per sostenere Enrico. Un gesto semplice ma rivoluzionario, perché troppo spesso la scena artistica si frammenta, si isola, si osserva a distanza. E invece ieri c’era comunione, partecipazione, affetto reale.
Un bel segnale. Che dovrebbe diventare la regola, non l’eccezione. Sostenersi tra artisti, tra colleghi, tra sognatori: è questo che può cambiare davvero le cose. E no, nessuno è senza colpe. Nemmeno noi che a volte scompariamo, non seguiamo quanto vorremmo, presi da altro. Ma ieri c’eravamo. E siamo stati testimoni di qualcosa che valeva la pena vivere. A completare il quadro, un dettaglio perfetto: martedì era anche il compleanno di Enrico. E allora, oltre agli applausi, agli abbracci e all’energia condivisa, è arrivato anche il tempo per un augurio doppio. Grazie Enrico, per averci creduto. Per aver resistito. Per non aver aspettato “il momento giusto” o “l’occasione migliore”.
E grazie per averci ricordato che la musica vera esiste ancora. Bisogna solo avere il coraggio di ascoltarla.

Carlo Pace