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Forza Italia alla frutta, rimpiange il consociativismo e candida Magliocca alla Regione

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CASERTA – È accusato di corruzione per avere favorito imprenditori amici nella concessione di appalti, al fine di agevolare la carriera del figlio calciatore dilettante.

Indagato dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere (inchiesta che lo ha costretto alle dimissioni da sindaco di Pignataro Maggiore e da presidente della Provincia di Caserta), Giorgio Magliocca, con tono trionfante ha annunciato, attraverso il suo profilo facebook, di essere tra i papabili alla candidatura per le prossime elezioni regionali.

“Non mi candiderò alle prossime comunali, ma accompagnerò quella compagine che vorrà portare avanti i progetti delle mie amministrazioni. Forza Italia, invece, ha chiesto di candidarmi alle prossime elezioni regionali”. Questo quanto scritto da Magliocca che, evidentemente, non teme l’esito delle indagini condotte dai carabinieri della tenenza di Aversa. Quelle stesse indagini che, però, consigliato anche dal suo legale Mauro Iodice, lo hanno costretto a lasciare, lo scorso novembre, le poltrone di sindaco di Pignataro Maggiore e di presidente della Provincia di Caserta.

Con lui nel registro degli indagati sono state iscritte altre nove persone. Coinvolti nell’inchiesta dipendenti pubblici e imprenditori per reati che vanno dalla corruzione nell’esercizio della funzione e per atti contrari ai doveri d’ufficio, alla frode nelle pubbliche forniture ed al subappalto non autorizzato.

Ricordiamo che con Magliocca sono anche indagati Cosimo Rosato Alfonso Valente di Marcianise; Luigi e Alfonso De Lucia di Vitulazio; Gerardo Palmieri, 50 anni, dirigente del settore Viabilità e Trasporti della Provincia di Caserta; Marcello Baldo, 48 anni, responsabile dell’area Tecnica di Pignataro Maggiore; Clara Di Patria, 41 anni, architetto.

Magliocca risponde del reato di corruzione per l’affidamento di tre distinti lavori, di cui uno da 250mila euro alla Rosato Costruzioni, amministrata da Cosimo Rosato che, per la Procura, avrebbe ricambiato il favore con una sponsorizzazione da 40mila euro alla squadra del Vitulazio Asd, in cui militava, appunto, suo figlio.

Insomma, Magliocca, nonostante i guai giudiziari e le accuse mossegli dai pm Giacomo Urbano Gerardina Cozzolino, della Procura di Santa Maria Capua Vetere (gli stessi magistrati che conducono l’indagine sul consigliere regionale Giovanni Zannini), non ci sta a star seduto in panchina e immagina il suo futuro accanto, magari, a Vincenzo De Luca, un altro che non vuole mollare la poltrona e che si è fatto approvare in consiglio una legge ad hoc per candidarsi, nuovamente, alla guida della Regione Campania.

In alto da sinistra, Giorgio Magliocca, Vincenzo De Luca, Fulvio Martusciello e Giovanni Zannini

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