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Fermo, furti negli chalet della costa

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È ormai noto che al termine della stagione estiva le abitazioni con destinazione prevalentemente turistica e i pubblici esercizi aperti e frequentati solo in quei periodi, possono essere e spesso lo sono, oggetto di attenzione da parte di soggetti dediti a reati predatori i quali, approfittando dell’assenza dei titolari e di una minore presenza di cittadini in transito nelle zone, forzano gli accessi per depredare alloggi e locali anche di poche cose e, nella maggior parte dei casi, il danno maggiore è quello agli infissi o alle suppellettili rispetto agli oggetti e beni sottratti.

Una volta scoperto il furto la vittima non può far altro, ed è giusto che lo faccia, che denunciare il reato alle forze di polizia sia per attivare le indagini per l’individuazione dei responsabili dell’atto delittuoso e la loro segnalazione alla Procura della Repubblica sia per “geolocalizzare” gli eventi e predisporre le più idonee azioni di controllo del territorio e di vigilanza in quelle maggiormente colpite.

Come più volte riferito, fondamentale è che la segnalazione alla Polizia di Stato arrivi nel minor tempo possibile e la necessità di non inquinare la scena del reato per consentire di rilevare, da parte del personale specializzato della polizia scientifica, eventuali tracce del passaggio dei delinquenti.

La prassi dimostra, infatti, che ogni malfattore seriale ha specifiche dinamiche comportamentali e che in molte occasioni lascia una scia leggibile ed elementi del proprio operato i quali, analizzati con perizia e con l’ausilio della scienza, possono portare alla sua identificazione.

È quanto di recente avvenuto a seguito di un furto perpetrato nottetempo ai danni di uno chalet della costa, durante l’orario di chiusura. Ignoti, previa effrazione della porta a vetri del locale, vi si erano introdotti razziando generi alimentari e bottiglie di vino oltre a poche decine di euro del fondo cassa.

In mancanza di un sistema di allarme il titolare del locale, dopo aver scoperto, la mattina successiva, il reato subìto, ha avvisato la sala operativa della Questura che ha inviato sul posto personale della volante e della polizia scientifica che ha svolto indagini approfondite sulle modalità dell’effrazione e su alcune tracce riconducibili, con assoluta certezza, all’autore del furto aggravato.

Ipotesi, indizi, elementi di prova scientifica hanno consentito, una volta analizzati e ricondotti ad unità, di segnalare alla Procura della Repubblica il presunto autore del reato, un cittadino nordafricano di circa trent’anni, senza fissa dimora nella nostra provincia, già noto alla Polizia di Stato per la commissione di analoghi reati.

In questo, come in altri casi simili, non modificare o alterare la scena del delitto ha permesso di riportare importanti elementi per poter identificare il presunto reo e probabilmente un efficiente sistema di allarme avrebbe consentito di far desistere l’autore al primo squillo della sirena.

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