“Un 25 aprire per liberare la libertà. Priva di responsabilità – cioè di cura del prossimo e del bene comune – la libertà diventa infatti arbitrio, abuso, ingiustizia. Chi ha combattuto, resistendo, per la nostra libertà, non pensava solo al nostro Paese ma a un mondo intero fondato sui diritti, sulla fraternità, sulla giustizia” – queste le toccanti parole di don Luigi Ciotti, presidente di Libera e del Gruppo Abele.
“Le immagini dei migranti morti e abbandonati alle onde del Mediterraneo – ennesima strage di un’economia omicida e di una politica imbelle – ci dicono che la libertà, nell’Occidente cosiddetto “libero”, dev’essere liberata. Liberata dagli egoismi e dalla sete di potere. Dall’indifferenza che degrada l’essere umano e calpesta gli ideali della Resistenza” – ha poi aggiunto don Ciotti.