MILANO – Emanuele De Maria aveva intenzione di chiedere la semilibertà. Lo ha dichiarato l’avvocato Daniele Tropea, legale del detenuto che lavorava nell’Hotel Berna di Milano dove ha accoltellato un collega e da dove è sparita una barista trovata poi morta, forse per sua mano, e che ieri si è suicidato gettandosi dal Duomo.
Da quanto risulta dagli atti giudiziari, De Maria, estradato dalla Germania in Italia il 6 aprile 2018, era stato condannato in via definitiva a 14 anni e 3 mesi con un presofferto di 2 mesi e 15 giorni. Dunque, quando è stato prelevato a Fiumicino per essere trasferito nel carcere di Secondigliano, doveva espiare 14 anni e 15 giorni di reclusione, condanna in abbreviato per omicidio aggravato e minacce, aveva accoltellato nel 2016 una giovane tunisina. Il fine pena, al netto dei 465 giorni di liberazione anticipata, sarebbe stato il 12 dicembre 2030. Il 30 novembre 2021, il 35enne ha lasciato il penitenziario napoletano per l’istituto ‘modello’ di Bollate (nella foto), dove si trovano i detenuti considerati di pericolosità ridotta. L’ammissione al lavoro esterno gli è stata concessa dal magistrato di sorveglianza il 22 maggio di due anni fa