ORTA DI ATELLA – Otto persone arrestate per falso in atto pubblico e corruzione e, tra questi anche tre dipendenti del Comune di Orta di Atella.
Oggi il primo cittadino Antonino Santillo si dice pronto ad adottare provvedimenti disciplinari contro i tre. “In merito ai provvedimenti adottati dall’Autorità Giudiziaria, relativi a un’indagine che ha coinvolto anche dipendenti del Comune di Orta di Atella, il sindaco e l’Amministrazione Comunale esprimono il massimo rispetto per il lavoro della magistratura e piena fiducia nell’operato delle Forze dell’Ordine. L’amministrazione comunale garantirà- scrive Santillo – come sempre, la massima collaborazione istituzionale affinché sia fatta piena luce sui fatti oggetto di accertamento, nel rigoroso rispetto della presunzione di innocenza fino all’eventuale definizione delle responsabilità personali nelle sedi competenti. Nel frattempo, è stato prontamente attivato l’ufficio competente per l’adozione degli eventuali provvedimenti disciplinari di competenza dell’Ente, secondo quanto previsto dal vigente ordinamento. Il Sindaco e l’Amministrazione Comunale auspicano che venga fatta pienamente chiarezza su ogni aspetto della vicenda, nel primario interesse della cittadinanza e dell’Ente”.
Ricordiamo che in carcere è finito David Passos Trindade, 33enne brasiliano, che si presentava come imprenditore con affari tra Dubai e Amsterdam. Ai domiciliari Carmelina Del Prete, 63 anni, funzionaria all’anagrafe di Orta di Atella, insieme ai due vigili urbani Giulio Mozzillo e Salvatore Aletta. Coinvolta anche Anna Perrotta, dell’anagrafe di Frattaminore.
Ai domiciliari anche Gaetano Rispoli, 69 anni, abile falsario in pensione, ed Enrico D’Ambrosio, 48 anni, specializzato nella stampa di documenti su carta intestata autentica. Infine, Renato Jueno Martins, 37 anni, aveva l’incarico di trovare appartamenti fittizi dove “ospitare” virtualmente i futuri italiani.
Le indagini hanno disvelato l’esistenza, nei Comuni di Orta di Atella e Frattaminore, di legami tra alcuni dipendenti in servizio presso l’Ufficio Anagrafe e di Stato Civile e i titolari di due società con funzioni di intermediazione i quali raccoglievano, almeno sulla carta, le richieste di residenza e di riconoscimento della cittadinanza italiana da parte di soggetti brasiliani, poi provvedevano – in attuazione di un programma criminoso ben collaudato – ad alterare il regolare svolgimento delle procedure previste dalla legge per il riconoscimento della residenza e di conseguenza della cittadinanza italiana iure sanguinis.