CASERTA – Il prefetto Lucia Volpe ha dedicato un capitolo specifico, nella relazione inoltrata al ministero degli Interni, alla gestione dei servizi sociali e socio-assistenziali del Comune di Caserta, sciolto per camorra lo scorso aprile.
“L’attività svolta dalla commissione d’accesso – scrive il prefetto – ha fatto emergere nel settore socio-assistenziale di personaggi e operatori economici contigui alla criminalità organizzata, ritenuti diretta espressione del clan dei Casalesi. Il collegio ispettivo ha evidenziato l’esistenza di un sistema che si connota per il disinvolto ricorso alle procedure di affidamento diretto e soprattutto allo strumento della proroga, invocando l’asserita urgenza di garantire la continuità nell’erogazione dei servizi”.
“Come emerso dall’indagine coordinata dalla Dda di Napoli, il legale rappresentante della società cooperativa e l’ex assessore del comune capofila avrebbero posto in essere una serie di condotte illecite (che la Dda ha qualificato nei reati di concussione e turbata libertà degli incanti) con l’aggravante dell’agevolazione mafiosa. I fatti sottesi ai reati contestati riguardano una determina del 2019 relativa all’impiego di 4 figure professionali da reclutare attraverso un operatore economico del settore individuato mediante affidamento diretto. Stando alla ricostruzione accusatoria, l’atto sarebbe stato il frutto di una trattativa illecita tra amministratore pubblico e soggetto privato. E’ stato riscontrato che la stipula di un contratto di lavoro con gli stessi, risultava concordata a monte”.
Insomma, per farla breve “un esponente della famiglia Schiavone era socio nelle cooperative sociali e figura di riferimento per assunzioni di lavoratori segnalati proprio da appartenenti al clan dei Casalesi, in prossimità di competizioni elettorali”.
Altro fonte, ma sempre in tema di politiche sociali, quello relativo al servizio di gestione dell’asilo comunale. Con determina dell’agosto 2021 il Comune procedeva all’aggiudicazione del servizio (poi assegnato, sempre in regime di proroga, fino al 2024).”.
In sintesi sembrerebbe che il Comune di Caserta, quale ente capofila dell’ambito C1, abbia effettuato più micro affidamenti in prosecuzione dell’appalto già aggiudicato. “In altri termini – scrive il prefetto – per circa due anni il dirigente del servizio politiche sociali ha disposto la proroga del servizio sempre in favore degli stessi operatori economici”.