Casertano forniva supporto con un capannone, due napoletani rapinavano i centri orafi aretini

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NAPOLI/AREZZO – La banda aveva base logistica in un capannone ad Arezzo ed era specializzata in rapine ad aziende orafe e gioiellerie.

Le indagini dei carabinieri sono iniziate dopo un colpo messo a segno a una ditta, la Italiana Horo di Badia al Pino e che ha portato poi a 11 arresti, 7 in carcere, 4 ai domiciliari eseguiti ad Arezzo e nelle province di Firenze, Caserta, Napoli e Salerno: sono tutti italiani tranne uno. Un gruppo che, secondo l’Arma, stava preparando tre colpi in altrettante gioiellerie, una di Firenze e due di Arezzo. Associazione per delinquere, furto, rapina e ricettazione i reati per i quali la procura procede.
Il colpo alla Italiana Horo risale al 28 giugno scorso: i rapinatori, utilizzando uno spray al peperoncino, aggredirono il titolare per sottrargli una verga d’oro di 18,7 chili, valore stimato 600.000 euro. Da lì sono stati rintracciati e arrestati a settembre, durante un tentativo di rapina nel centro di Arezzo, altri tre componenti della banda. Un 53enne campano sarebbe stato, spiega l’Arma “l’organizzatore e stratega delle rapine”, un 51enne del casertano, da anni residente ad Arezzo, “colui che forniva il supporto logistico”, ovvero il capannone, un 52enne ed un 28enne di origine partenopee gli esecutori materiali, un 65enne aretino, già noto alle forze dell’ordine, la persona che avrebbe suggerito “gli obiettivi e ne studiava i punti deboli; un 54enne aretino il basista (ex orafo) che forniva le informazioni utili per i colpi da eseguire e anello di congiunzione per la successiva collocazione dei proventi delle rapine.