SANTA MARIA CAPUA VETERE – Un agente della polizia penitenziaria è stato aggredito nel carcere di Santa Maria Capua Vetere da tre detenuti al reparto di Alta Sicurezza “Tamigi”, ed è finito all’ospedale con diverse contusioni.
L’agente è stato colpito al volto con una bombola d’ossigeno, e poi i tre detenuti hanno infierito su di lui con pugni. A denunciare l’episodio il sindacato della polizia penitenziaria Si.N.A.P.Pe, che parla di “vile e brutale aggressione, indegna di un Paese civile”. Per Luigi Vargas, segretario generale aggiunto del Si.N.A.P.Pe, “siamo di fronte a un episodio gravissimo che mette ancora una volta in evidenza quanto il sistema penitenziario sia al collasso. Non possiamo più permettere che chi indossa una divisa venga umiliato e massacrato mentre svolge il proprio lavoro. È tempo di dire basta. Chiediamo l’immediato trasferimento fuori regione dei responsabili dell’aggressione e l’attivazione di misure straordinarie a tutela del personale. Ogni volta che un agente viene colpito, viene ferito lo Stato stesso”. Pasquale Gallo, segretario nazionale, aggiunge che “non è più solo una questione di sicurezza: è una questione di dignità. Si entra in servizio con spirito di sacrificio e si rischia la vita ogni giorno, senza garanzie, senza tutele adeguate. La nostra solidarietà va al collega ferito, alla sua famiglia e a tutti gli agenti che continuano, con coraggio, a fare il proprio dovere in condizioni impossibili. Ma la solidarietà da sola non basta più. Servono azioni immediate, forti e risolutive. Lo Stato deve tornare ad essere presente nelle carceri. Deve proteggere chi lo serve”.