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Campania: “Tutela dei beni culturali: un dovere comune”

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Una presenza completa, su più fronti e che include anche la tutela del patrimonio archeologico sottomarino.  Con l’operazione Demetra sono stati recuperati ben 23.000 beni archeologici tra Italia, Regno Unito, Spagna e Germania. 

Le attività inerenti l’utilizzo della Banca Dati sono relative a furti, recuperi di beni culturali, falsi sequestrati, scavi clandestini, esportazioni temporanee, altre violazioni ai siti archeologici, danneggiamenti a palazzi soggetti a vincoli. Tutti i cittadini possono accedere alla Banca Dati facendone richiesta a  tpc@carabinieri.it . Noi operiamo sia a livello preventivo e sia a livello repressivo. Ad esempio, l’operazione Demetra dal 2014 al 2018 sul traffico internazionale di beni archeologici con provento di vari scavi clandestini eseguiti in vari siti nelle province di Caltanissetta ed Agrigento. Nel 2018 siamo riusciti ad ottenere dalla Procura di Caltanissetta 23 ordinanze di custodia cautelare in carcere – ha proseguito la Marmora – ricostruendo tutta la filiera fino alla Spagna, Germania, Inghilterra. Il 4 Luglio del 2018, alle 4 del mattino, ben 250 unità perquisirono contemporaneamente 40 abitazioni con 23 arresti tra Italia, Regno Unito, Germania e Spagna e 20.000 beni sequestrati. La finalità principale è il recupero dei beni culturali trafugati.

L’operazione Demetra ha portato a 56 indagati, oltre 23.000 beni archeologici sequestrati, oltre 1300 falsi sequestrati, 191 reperti paleontologici sequestrati ed oltre 1500 strumenti sequestrati e valori di beni stimato sui 40 MLN di euro e l’operazione è ancora in parte in corso. Siamo spesso impiegati anche in attività internazionali e facciamo parte anche di alcune task force a livello europeo in caso di eventi naturali o per interventi pre e post bellici come ad esempio la Taske Force U4H e siamo intervenuti in diversi teatri internazionali ad esempio in Irak, Palestina in Austria. Siamo la sola forza di polizia specializzata presente in UNESCO.  Forte l’impegno anche sulla tutela del patrimonio archeologico sottomarino. Nel siracusano ad esempio, grazie ad una segnalazione, abbiamo scoperto un sito archeologico che non era stato mai censito e che ora è al vaglio della Soprintendenza e l’altro giorno abbiamo trovato 4 anfore nei pressi delle coste siciliane, dunque siamo presenti anche sull’archeologia subacquea”.

Il ruolo del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale Operativo dell’Arma dei Carbinieri è fondamentale per l’Italia.  Con la sola operazione Teseo sono stati recuperati oltre 5300 reperti che andavano dal 1000 a.C. al terzo secolo dopo Cristo. E’ notizia di questi giorni il recupero da parte Comando dei Carabinieri di Monza e della Regione Campania  di affreschi che erano stati trafugati a Pompei e Castellammare di Stabia. L’Italia ha bisogno dell’Arma dei Carabinieri. 

Noi collaboriamo costantemente con Arma dei Carabinieri e Soprintendenze – ha concluso Rosario Santanastasio, Presidente Nazionale di Archeoclub d’Italia – basti ricordare quanto stiamo facendo in Sicilia con il recupero di 280 reperti in sinergia con la Soprintendenza di Catania. Archeoclub d’Italia può tranquillamente collaborare, fare rete sulla segnalazione di patrimonio culturale privato in stato di abbandono ma anche sul recupero di beni trafugati. L’obiettivo è anche quello di inserire Archeoclub d’Italia all’interno della Protezione Civile sull’attività di recupero dei Beni Culturali in aree colpite da eventi naturali. A tale riguardo stiamo lavorando all’organizzazione di una nuova campagna di simulazioni sul territorio italiano.

Il prossimo webinar sarà con la Protezone Civile Nazionale per un piano di formazione che possa includere Archeoclub d’Italia. Si punta anche all’organizzazione di una simulazione di tutela dei Beni Culturali in occasione di eventi naturali”.

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