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Beni confiscati alle mafie: in Campania i comuni più virtuosi

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Su 66 Comuni che hanno pubblicato l’elenco è stato costruito un ranking mediato regionale: su una scala da 0 a 100, la media è pari a 51.4 punti.

La Provincia di Benevento risulta la più “virtuosa” con 58.9 seguita da Salerno 56.9Caserta 51.3. Sotto la media regionale le province di Napoli (47.7) e Avellino (42.3). A livello comunale ottime le performance di Melizzano (Bn) con 98.2; Battipaglia (in foto) 94.3; Baronissi, Afragola (Na) e Castel Volturno (Ce) con 91.3.

“Un Comune su due poco trasparente sui beni confiscati alle mafie: su 131 Comuni monitorati destinatari di beni immobili confiscati, sono 65 quelli che ancora non pubblicano l’elenco. Ciò significa che ben il 49,6% dei Comuni resta totalmente inadempiente. 

Tra quelli che pubblicano, sono ancora tantissimi quelli che lo fanno in maniera parziale e non pienamente rispondente alle indicazioni normative. I Comuni meno ‘trasparenti’ si trovano prevalentemente in Provincia di Napoli (26), seguono la Provincia di Caserta (22), quella di Salerno (9), quella di Avellino (5) e, infine, quella di Benevento (solo 3 comuni). Buona la performance del Comune di Napoli”.

La fotografia aggiornata è stata scattata da Libera Campania con la presentazione di “RimanDATI Campania”, un approfondimento regionale della ricerca nazionale il report sullo stato della trasparenza dei beni confiscati nelle amministrazioni locali, promosso in collaborazione con il Gruppo Abele e il Dipartimento di Culture, Politica e Società dell’Università di Torino.

Il rapporto è frutto del lavoro di monitoraggio civico sperimentato in Campania dal Coordinamento regionale di Libera che presentato domenica 25 luglio in occasione dell’Assemblea elettiva regionale di Libera presso la sede dell’Associazione Figli in Famiglia di Napoli.

Si legge: “In Campania, stando ai dati del portale OpenRe.g.i.o (gennaio 2021) sono 2.625 i beni immobili confiscati. Il dato si riferisce agli immobili destinati, quelli cioè già trasferiti al patrimonio indisponibile dei Comuni nei quali insistono per scopi sociali o ad altre Amministrazioni dello Stato per finalità istituzionali o usi governativi. 

La distribuzione per province vede in testa la città metropolitana di Napoli con 1.529 particelle confiscate e destinate. Seguono la provincia di Caserta (663) e quelle di Salerno (348), Avellino (64) e Benevento (21).

 La ricerca sui 66 Comuni che hanno pubblicato l’elenco ha evidenziato in maniera piuttosto evidente come la logica degli open data sia ancora estranea alla stragrande maggioranza degli enti monitorati. 

Solo 27 Comuni pubblicano infatti in formato aperto, che consente una fruibilità totale da parte dei cittadini e di chiunque voglia utilizzarli e appare l’unico a rispondere con coerenza alle disposizioni di legge sul tema della trasparenza.

Sono invece 12 i Comuni chepresentano un PDF immagine (frutto cioè di semplici scansioni) o totalmente chiuso, che sono inservibili nella logica open data. Il monitoraggio ha riguardato anche altre informazioni fondamentali sulla vita del bene confiscato: quasi il 52% dei Comuni campani che pubblicano elenco non specifica quale sia la destinazione tra istituzionale o sociale, il 42,5non presenta informazioni sulla metratura o sugli ettari dei beni e terreni confiscati. Quasi il 90% dei Comuni specifica invece quale sia l’ubicazione del bene e l’82% la sua tipologia.

Sui 66 Comuni che hanno pubblicato l’elenco è stato costruito un ranking mediato regionale: su una scala da 0 a 100, la media è pari a 51.4 punti.

La Provincia di Beneventorisulta la più ‘virtuosa’ con 58.9 seguita da Salerno 56.9 e Caserta 51.3. Sotto la media regionale le province di Napoli (47.7) e Avellino (42.3).

A livello comunale ottime le performance di Melizzano (Bn) con 98.2; Battipaglia (Sa) 94.3; Baronissi (Sa), Afragola (Na) e Castel Volturno (Ce) con 91.3.

Nel rapporto regionale presentato da Libera per la prima volta viene fotografata anche la capacità di risposta delle amministrazioni locali alle domande di accesso civico, con le quali, successivamente alla prima ricognizione, è stata richiesta agli Enti Locali di pubblicare o aggiornare gli elenchi. 

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