Benevento: lavori al Ponte Ufita, l’ultimatum del Sindaco di Apice

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“Apprendo dalla stampa della visita effettuata sul cantiere del costruendo ponte sul fiume Ufita da parte del presidente della Provincia, Antonio Di Maria e del consigliere provinciale, Domenico Vessichelli, collega sindaco di Paduli, entrambi più volte sollecitati per gli annosi ritardi riguardanti l’esecuzione dei lavori di ricostruzione del ponte. Come per le altre occasioni anche ieri è stato ribadito l’impegno a procedere con solerzia”. Così il sindaco di Apice, Angelo Pepe.

“Mi tocca, tuttavia, fare un breve excursus storico in merito alla vicenda: già prima dell’alluvione del 15 ottobre 2015, che ha segnato il colpo di grazia, il ponte sul fiume Ufita, che interessa i comuni di Apice, Paduli, Sant’Arcangelo e Buonalbergo, era stato oggetto di diversi interventi. Ma pur volendo considerare come riferimento la data dell’alluvione mi preme sottolineare ai due esponenti della Provincia che siamo a novembre 2020. Sono, quindi, passati ben cinque anni. E’ bene ricordare che detta opera è stata progettata e finanziata con ordinanza di Protezione Civile a seguito di dichiarazione dello stato di emergenza per l’alluvione della Provincia di Benevento”.

Sempre nell’intervista, il presidente della Provincia afferma che solo il 6 luglio scorso è stata disposta congiuntamente al Genio civile, per il tramite del direttore Travia a cui vanno i miei più cordiali saluti e gli auguri di buon lavoro, l’utilizzazione di nuove risorse economiche della Protezione Civile nelle aree di sponda del corso d’acqua e consentire così il transito sicuro. Sorge, allora, spontanea la domanda al presidente della Provincia e al consigliere Vessichelli, nonché sindaco di Paduli: il progetto esecutivo approvato e posto a base di gara non avrebbe, quindi, consentito un transito sicuro se non fossero intervenuti altri finanziamenti? Non mi risulta che siano intervenute nel corso dell’esecuzione dei lavori situazioni tali da determinare approfondimenti progettuali, il che vorrebbe dire che si tratta di integrazioni al progetto a base di gara per evidenti deficienze”.

“Mi auguro – continua Pepe – che i convenuti alla visita, che hanno percorso il ponte, si siano resi conto del posizionamento della condotta di adduzione dell’alto Calore del diametro di 500mm con pressione di esercizio di 50 atmosfere per l’approvvigionamento idrico dei Comuni di Paduli e Sant’Arcangelo Trimonte e parte del Tammaro. Su tale condotta, senza previo alcun incamiciamento e sostegno della stessa dal lato Apice, sono stati posizionati dei massi ciclopici che amplificheranno notevolmente le sollecitazioni sulla condotta. Dette sollecitazioni su una condotta in pressione (50 atm) determineranno inevitabilmente usura e potenziali micro lesioni della stessa il cui intervento di riparazione richiederà di nuovo la chiusura del ponte per procedere alla inderogabile riparazione.

Diventerebbe a qual punto inevitabile la chiusura del ponte in quanto per intercettare la condotta bisognerà procedere ad uno scavo di almeno 2,50 mt previo rimozione dei predetti massi ciclopici. Tale rappresentazione non è pessimistica ma molto realistica tenuto conto, che con l’avvio dei lavori dell’alta capacità, quell’area diventerà ad alto traffico di mezzi pesanti per il cantiere che si localizzerà. Mi auguro – conclude Pepe – che vengano rispettati i tempi promessi e si valutino le segnalazioni fatte, visto che le istituzioni si parlano a mezzo stampa e non vengono coinvolte quali rappresentative di interessi generali”.