AGGIORNAMENTO ORE 15.00
CASTEL VOLTURNO/MILANO – E’ sulla base dei numerosi tatuaggi che aveva sul corpo che gli investigatori della Squadra Mobile, anche se non vi è ancora un riconoscimento ufficiale, ritengono che sia Emanuele De Maria l’uomo che si è suicidato gettandosi dalle terrazze del Duomo di Milano nel pomeriggio.
L’uomo aveva accoltellato ieri mattina un collega all’Hotel Berna di Milano, dove aveva trovato posto in lavoro esterno dal carcere di Bollate. Era detenuto per un femminicidio del 2016 commesso a Castel Volturno. De Maria lavorava in permesso premio, dovendo scontare 14 anni di galera per avere ucciso una 23enne a Castel Volturno.
Primo lancio. CASTEL VOLTURNO/MILANO – Ha assunto i contorni di un giallo quanto accaduto ieri, sabato 10 maggio, all’hotel Berna, in zona stazione Centrale di Milano.
Lo scenario è quello di un’aggressione a coltellate che ha coinvolto due dipendenti, con annessa scomparsa di una terza collega per la cui incolumità ci sono forti timori. Sul caso indagano i carabinieri e la polizia, che stanno cercando il presunto aggressore, Emanuele De Maria, 35 anni, detenuto per omicidio, che era in permesso lavorativo nella struttura alberghiera.
Secondo la ricostruzione della Squadra Mobile, nel pomeriggio di venerdì 9 maggio, De Maria non si è presentato a lavoro e la sera non è rientrato in carcere a Bollate, di fatto commettendo un’evasione. Alle ore 6 di mattina di sabato 10 maggio, l’uomo avrebbe atteso l’arrivo del 50enne per l’inizio del turno al bar e, dopo una lite, avrebbe sferrato le cinque coltellate. Poi si sarebbe allontanato in direzione opposta a quella della stazione Centrale. Secondo indiscrezioni, sembra che la scena dell’aggressione sia finita almeno parzialmente all’interno dell’inquadratura di una telecamera.
Nello stesso hotel non si è presentata a lavoro nemmeno una collega dei due, Arachchilage Dona Chamila Wijesuriyauna, 50 anni, di origine cingalese ma con cittadinanza italiana. Anche lei, come l’uomo accoltellato, lavora al bar. Secondo le indagini, venerdì De Maria avrebbe proprio incontrato la donna: gli investigatori temono che la sua scomparsa sia collegata alla furia omicida del 35enne. I militari hanno anche diffuso un’immagine della donna, invitando chiunque abbia sue notizie o la veda a telefonare immediatamente al 112. I parenti della donna hanno denunciato la sua scomparsa venerdì sera, dopo che – appunto – si era inspiegabilmente assentata da lavoro.
Buio completo, al momento, sia sul movente dell’aggressione sia sulla scomparsa, anche se non si escludono motivi sentimentali. Maggiore chiarezza sull’accaduto si potrà avere dopo che la Polizia avrà sentito il ferito, che però probabilmente non sarà cosciente prima di due-tre giorni.
De Maria si trovava in permesso lavorativo dal carcere di Bollate, dove stava scontando una pena definitiva a 14 anni e tre mesi di carcere (con sentenza definitiva della Cassazione del 26 gennaio 2021) per l’omicidio di Oumaima Racheb, una ragazza 23enne che aveva ucciso il 31 gennaio 2016. Anche in quel caso aveva sferrato una coltellata al collo mentre la giovane, una prostituta tunisina, si trovava con lui in un albergo dismesso di Castel Volturno, in provincia di Caserta. In quell’occasione l’omicida era scappato all’estero ed era stato arrestato due anni dopo, nel 2018, dai Carabinieri di Mondragone a Weener, nel Nord della Germania.
L’uomo, alto 173 cm con i capelli corti neri e gli occhi neri, ha entrambe le braccia tatuate con una frase latina. Gli investigatori lo stanno cercando grazie alle telecamere, molto numerose nella zona della Stazione Centrale dove sono avvenuti i fatti.