A Benevento nascono le “Mamme rana” per tutelare la scolarizzazione dei figli

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A Benevento nasce il collettivo “Mamme rana”, con l’intento comune di sostenere la genitorialità e di promuovere buone pratiche per l’infanzia. “Il Collettivo – si legge in una nota – ha fatto propria la battaglia del movimento Priorità alla Scuola in Campania, unica regione che, indipendentemente dal quadro epidemiologico e dal “colore” di volta in volta assunto, ha deciso di chiudere per prima proprio la scuola. 

“Molte le perplessità rispetto alle scelte e ordinanze locali – scrivono le mamme – e proprio per questo il gruppo ha redatto dieci domande sulla scuola da sottoporre pubblicamente al Sindaco di Benevento:  Perché in tutta Italia e in Europa, finanche a Napoli per alcune classi, le scuole sono state aperte e lo sono ancora, mentre a Benevento no? Quali sono i dati in suo possesso rispetto alla propagazione del contagio nelle scuole nelle settimane di apertura? Perché ha ritenuto di non basarsi sui dati pubblicati quotidianamente dalla ASL per valutare la chiusura delle Scuole? Come state operando per mettere in sicurezza le scuole in vista della apertura di gennaio? La Germania dall’inizio della pandemia chiuderà a Natale le Scuole per 4 settimane, a Benevento le scuole sono state aperte 2 settimane: vede la differenza? Chiederà al Ministero dell’istruzione una deroga alle prove Invalsi per gli studenti beneventani o si assumerà la responsabilità dei risultati?  Chiusa definitivamente la Scuola, avete in mente altre misure per contrastare la diffusione del virus, a parte lo spegnere le luci di Natale? I bambini possono passeggiare per il corso o, non acquistando nulla, lo ritiene inutile? Perché, come altri sindaci, non ha destinato i soldi per le decorazioni natalizie ad uno screening di massa nella città? Col senno di poi, ritiene che fosse stato preferibile rinviare Città Spettacolo e prevenire la diffusione del contagio, per dare priorità all’apertura delle scuole?”

“Proprio durante il lockdown – conclude la nota – il gruppo ha potuto sperimentare direttamente tutti i limiti della didattica a distanza, unito all’isolamento delle bambine e dei bambini, individui in formazione, condividendo anche con noti psicologi e neuropsichiatri infantili del territorio, i danni attuali e futuri del protrarsi oltremodo di ciò che è stato il periodo del primo lockdown. È emersa forte la spinta a sostenere il ruolo centrale e primario della scuola, affinché si potesse ripartire in sicurezza e soprattutto facendo di questa crisi un’opportunità per aprire la Scuola al territorio. Realizzare e rafforzare quella necessaria e vitale collaborazione tra le istituzioni scolastiche e amministrative, le famiglie e gli Enti di Terzo settore”.