Coronavirus, l’Istituto Superiore di Sanità: “Evitare che le curve di crescita viste al Nord si ripetano al Sud”

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Non è ancora un trend ed è troppo presto per dire che la curva si è arrestata, ma per il secondo giorno consecutivo i numeri fotografano un’Italia in cui calano sia l’incremento dei malati che quello delle vittime di coronavirus. Dati positivi che rischiano però di essere vanificati se al sud – dove il contagio non è ancora esploso – continueranno ad esserci troppe persone in strada. “Il nostro grande sforzo è evitare che le curve di crescita del virus, viste nelle regioni del nord, non si ripetano al sud”, ha detto il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità. E anche il premier Giuseppe Conte, che ha incontrato le opposizioni a Palazzo Chigi, ha loro evidenziato che le ultime misure più restrittive prese nel Dpcm sono state frutto di “una decisione ritenuta necessaria per l’area più critica del Nord, ma sicuramente anche utile in funzione preventiva per il Centro ed il Sud”. Intanto bisognerà attendere il 4 aprile prima di riuscire a vedere gli effetti delle misure maggiormente restrittive adottate l’11 marzo, successivamente a quelle del 9 marzo: è la valutazione del fisico Giorgio Parisi, esperto di sistemi complessi dell’Università Sapienza di Roma e dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare. “Il numero dei decessi – ha rilevato – sta aumentando, ma a un ritmo più lento di prima e potrebbe continuare ad aumentare per un tempo molto lungo”.