Caserta, Marino riesce laddove altri hanno fallito e la Sinistra radicale del Pd pensa di colpirlo guadagnandosi un po’ di visibilità sui giornali

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Ogni scusa è buona per criticare, per puntare l’indice contro. Stavolta quella fetta più radicale della sinistra Pd ha preso spunto dalla nomina di Adele Vairo ad assessore tecnico del Comune di Caserta, per criticare l’operato del sindaco Carlo Marino e della compagine che lo affianca, denunciando in un documento “lo scollamento dell’amministrazione e del partito rispetto alle attese della comunità”. La verità è che non si vuole riconoscere al primo cittadino il merito di aver chiuso un’operazione politica importante, che, oltre a rafforzare le competenze dell’amministrazione, consente a Marino ed al suo partito, il Pd appunto, di acquisire ulteriori consensi nell’elettorato moderato che ha a cuore le sorti della città di Caserta. Il fatto stesso che si voglia accusare Marino e la sua amministrazione di essere di “destra”, vuol dire essere miope di fronte alle scelte strategiche che sono state adottate in questi anni e che continuano ad essere adottate in questi giorni, non senza dimenticare la pesante eredità di debiti (e dissesti) che pesa come un macigno sulle sorti di Palazzo Castropignano. Il fatto stesso che Marino sia riuscito laddove altri hanno fallito (vedi l`approvazione del preliminare del Puc oppure l´approvazione del definitivo per la realizzazione del biodigestore), evidentemente provoca rabbia in quello sparuto gruppo di ex Pci/Pds/Ds che, allorquando ha amministrato la città o comunque ha rappresentato la città in seno al consiglio comunale, poco o nulla ha fatto di concreto per far risalire la china al capoluogo di Terra di Lavoro. Facile affidarsi alla stampa per cercare un po’ di visibilità. Le battaglie, se battaglie devono esserci, si conducono all’interno dei partiti e delle sedi politiche e amministrative competenti. E poi ci si misura elettoralmente per far comprendere il peso delle proprie ragioni. Se invece i ragionamenti continuano ad essere questi, non si fa altro che indebolire un partito, il Pd appunto, che in quanto ad appeal elettorale, su scala nazionale, ultimamente sta lasciando molto a desiderare